mercoledì 31 ottobre 2012

SOSCIAL NETUORK!

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DAMPYR 151 - La strega regina



Il vostro i S m A e L e oggi vi parlerà di storie dell'orrore con l'ultimo numero di Dampyr

 
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Fabio Celoni

La storia presentata in questo numero coinvolge Ann Jurging e Harlan Draka, il Dampyr. Solo loro due. La cosa sicuramente sottolinea maggiormente la solitudine del nostro protagonista dopo le vicende del numero scorso, di cui Harlan e Ann parlano in una concitata discussione alla fine di una cenetta romantica.
La storia presenta una svolta nella vita di Ann Jurging che prende consapevolezza dei poteri della Strega Regina ereditati in passato. Lo spunto per la storia è intrigante, con Madame Bobash che agisce più o meno nell’ombra. La storia dell’isola di Santorini, con gli spunti legati alla lingue micenee, e altre leggende sono interessanti, come sempre. Sono sempre affascinato da storie e leggende inserite nelle storie. Il finale mi è sembrato un poco tirato per i capelli, un poco troppo frettoloso e semplicistico. Nel senso che Harlan si alza e ammazza tutti…mentre Ann in tre vignette si sbarazza di Madame Bobash…boh, mi hanno lasciato un poco così. Del resto della storia invece ho apprezzato molto il ritmo. Incalzante in alcuni attimi in cui Ann è presa (letteralmente) incubi ad occhi aperti, più rilassanti e introspettivi in altri.
La parte più interessante di questo numero, o meglio, quella che ho trovato più interessante, oltre ovviamente alla svolta che ha preso la vita di Ann è la parte dedicata all’introspezione di Harlan, in cui dichiara apertamente di avere difficoltà a relazionarsi con Kurjak e Tesla, suoi compagni fin dall’inizio, in quanto li sente in qualche modo co-responsabili per la morte di Lisa. Spero che la cosa apra nuovi spunti narrativi.
I disegni di Fabio Celoni, personalmente, non mi hanno fatto impazzire. O almeno, l’impressione è che su alcune tavole abbia dedicato la giusta cura, mentre in altre ci sia andato giù di fretta. In ogni caso, ovviamente, questa è puramente un’impressione personale.

i S m A e L e

martedì 30 ottobre 2012

BACON-CHICAGO 1936 di Marco Natale

Un saluto dal Mozzo a tutti i passeggeri che si trovano sul ponte della nostra nave!
Ecco il fumetto di cui parlerò oggi:

Chicago, 1936. In un'America dominata dalla malavita organizzata, l'investigatore privato Joe Bacon si trova a lavorare a un doppio caso di omicidio: un potente banchiere è stato ucciso assieme alla propria segretaria/amante. Spinto non solo dal bisogno di soldi, ma soprattutto da un incrollabile senso del dovere, Bacon si dovrà destreggiare all'interno di un panorama urbano corrotto, violento e pericoloso, arrivando a sollevare il velo che copre le collusioni tra politica e organizzazioni mafiose.

Si può rendere simpatica, intelligente e incredibilmente appassionante una trama noir “classica” che vede un normale detective privato investigare sui giochi di potere tra mafia e industria (ovvero qualcosa che bene o male tutti abbiamo già visto e rivisto in diverse maniere)?
Sì, si può dando uno spazio incredibilmente ampio alla caratterizzazione dei personaggi ma non solo dal punto di vista di come sono scritti… soprattutto da quello di come sono disegnati!
In Bacon-Chicago 1936, infatti, ogni personaggio che compare è un animale antropomorfo (genericamente conosciuti come “sapiens”); quindi un ricco industriale è uno squalo, il boss mafioso della città è un coccodrillo e la sexy femme-fatale della situazione è una giovane gatta... giusto per fare alcuni semplici esempi.
E il protagonista? Il protagonista, come in tutti i noir che si rispettino… è un vero e proprio maiale!
E’ proprio questa la caratteristica principale che Marco Natale, da ottimo professionista nell’ambito del disegno, è riuscito a dare alla sua prima opera come autore completo: il fatto che ogni personaggio, dai principali ai numerosi secondari, sia immediatamente riconoscibile e ascrivibile a un certo tipo di carattere e di ruolo all’interno della storia in base alla propria rappresentazione fisica.
Nonostante quest’attenzione particolare alla costruzione dei personaggi, la trama non è solamente un “collante” per farli muovere e vivere, ma si presenta lineare e con colpi di scena ben calibrati, dando spazio anche a una storia d’amore (difficile e atipica come in tutti i noir che si rispettino).
Anche la scelta di mantenere il volume in toni di seppia e bianco e nero è assolutamente azzeccata: in questo modo il tratto “cartoonesco” di Natale non arriva a stonare troppo con il tono cupo della storia… e poi sembra davvero di essere in un film anni ’30!
In definitiva Bacon-Chicago 1936 si dimostra una lettura accattivante, originale e molto divertente, capace anche di dare parecchi spunti di riflessione se letto al giorno d’oggi; nella Chicago “post-crisi del ‘29”, infatti, sembra proprio che la corruzione sia un fenomeno talmente esteso da rendere assolutamente vano qualsiasi tentativo di cancellarla… una sensazione che dovrebbe essere famigliare a chiunque di noi, stando a quello che succede nel nostro paese da un po'di tempo a questa parte!!!

lunedì 29 ottobre 2012

LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO - di ZEROCALCARE (BAO PUBLISHING)


Se sei il tipo di lettore che si avvicina a un fumetto dopo aver letto una recensione del tipo: "Controindicazioni:  Evitare di leggerlo quando si ha una costola incrinata. In assenza di tale patologia, leggerlo e rileggerlo." allora sei pronto a  tuffarti nel mondo di ZEROCALCARE.
La profezia dell'Armadillo, pubblicato da BAO PUBLISHING, prende lo spunto da una notizia tragica e si aggira attorno ad essa con leggerezza e delicatezza. Ti chiedi come sia possibile che un Armadillo immaginario possa guidarti nella vita e man mano che sfogli le pagine ti convinci che anche tu hai avuto il tuo armadillo, solo che è rimasto sommerso, nascosto...e più leggi più  ritorni con la mente indietro, più senti una voce che credi di riconoscere.
L'ironia è immensa, i disegni stupefacenti nella loro semplicità, prendetevi la briga di seguire le sue tavole settimanali sul blog : www.zerocalcare.it 
La profezia dell'Armadillo ti trascina indietro con la mente, ti ricorda avvenimenti che ti convinci di aver vissuto....ridi di un riso sincero, ma un velo avvolge l'ironia e questo velo ha un caldo senso di vita vera.
Attendiamo quindi il nuovo lavoro "Un Polpo alla gola" con trepidante attesa...sia noi che il nostro Armadillo.

giovedì 25 ottobre 2012

FURY-PEACEMAKER di Garth Ennis e Darick Robertson

Un saluto a voi che come me state guardando le stelle riflettersi sul nostro sempre affascinante mare di China; io sono ancora Il Mozzo e quest'oggi voglio parlarvi di:

1943, Seconda Guerra Mondiale. Nick Fury è un sergente che negli scontri in Tunisia perde la propria unità, entrando poi in un commando di soldati inglesi grazie ai quali impara la "guerra senza l'esercito". Un anno dopo, viene incaricato di eliminare il più importante Feldmaresciallo della Wermacht; raggiunta la sua posizione assieme a un gruppo di fidati compagni, scopre però che questi è a Berlino e intende uccidere il Furher: Nick Fury porterà a termine la missione oppure si fiderà dei propri nemici?

Prendiamo il capo della più grande organizzazione spionistica del mondo, lo S.H.I.E.L.D.
Togliamogli le tecnologie futuristiche, la benda sull’occhio (anche se…) e la possibilità di invecchiare a grande lentezza. Diamogli un fucile, una mimetica e due palle grosse come una casa (che già aveva in dotazione, comunque). Che cosa avremo?
Ma certo, il Nick Fury di Fury-Peacemaker!!!

Fury-Peacemaker è una storia di guerra vera e cruda, dove non trovano spazio superumani in calzamaglia, supersoldati (anche se…) e uomini che costruiscono robottoni in una caverna in Afghanistan, ma soltanto uomini comuni messi davanti alla forte possibilità della morte, ma sicuri dell’appoggio dei loro compagni d’arme. La narrazione di Garth Ennis (di gran lunga più contenuta del solito!) punta i riflettori sulla guerra vista dagli occhi del soldato che la vive in prima persona, mettendo a nudo tutte le incongruenze, le ipocrisie, la mancanza di morale e di preparazione che hanno caratterizzato tutta la Seconda Guerra Mondiale; l’atmosfera è prepotentemente cupa e disillusa e non esista una distinzione tra buoni e cattivi: emblematico in questo senso è l’ultimo dialogo tra Fury e uno dei personaggi principali dopo la resa della Germania, nel quale i due arrivano a non auspicare la reale pace nel mondo per evitare di perdere la sensazione di stare facendo realmente qualcosa di utile al suo interno.
Per quanto riguarda i disegni, Darick Robertson si dimostra come sempre capace nel gestire le scene d'azione, e i personaggi, dallo stesso Nick Fury ai diversi comprimari, sono caratterizzati con grande profondità, permettendo al lettore di affezionarvisi come è possibile farlo in pochi altri casi; il volume è poi corredato con 6 fantastiche copertine di altri autori (Mike Deodato Jr, Mark Texeira, Paul Gulacy, Scott Eaton, Steve Dillon e Gary Frank).
Nick Fury-Peacemaker si rivela certamente un'ottima occasione per riflettere sulla banalità e l'insensatezza della guerra (in questo senso il primo capitolo è qualcosa di agghiacciante!), sia per gli assidui lettori dell'universo MARVEL classico, che posso assicurare resteranno sbalorditi da quanto può essere interessante uno dei personaggi di punta messo in un contesto che di “supereroistico” non ha proprio nulla, che per chi voglia semplicemente godersi una vicenda a sfondo storico-bellico.

mercoledì 24 ottobre 2012

TRANSMETROPOLITAN (volume 1) - di Warren Ellis e Darick Robertson

Salve a tutti i topi di sentina che stanno dall'altra parte dello schermo!
Qui è Il Mozzo che vi parla, proponendovi il proprio (breve) punto di vista su fumetti e affini, esattamente come ha fatto (e farà) il buon Ismaele. Sotto con il fumetto di oggi, quindi!




In una caotica Terra futuristica il reporter investigativo Spider Jerusalem torna in città dopo 5 anni di auto-esilio, spinto dalle minacce dei suoi editori; il suo ritorno “nella mischia” lo porterà a riflettere sul mondo che lo circonda, a vivere assurde avventure e a farsi un gran numero di nuovi nemici.

Io lo posso capire Warren Ellis.
Passi gran parte della tua carriera a lavorare con tizi in costume che salvano il mondo belli e raggianti per il solo motivo che ti piacciono da morire… e lo fai anche (molto) più che bene. Ma, per forza di cose, gli editori non ti lasciano molto spazio personale.
E quindi, appena te ne viene dato un po’ te lo prendi.
Oh, eccome se te lo prendi, ed esci con una cosa come il primo volume di Transmetropolitan!
Io ringrazio tutti questi anni di odio covato e desideri realizzati a metà, caro Warren!!!

Transmetropolitan (ma non solo… e ne parleremo) è quello che Warren Ellis scrive quando è totalmente libero di farlo, ovvero una vicenda pulp estremamente sopra le righe e che spara a zero su TUTTO quello che c’è di sbagliato in una società futuristica… ma anche nella nostra.
Nei 6 capitoli di cui si compone il primo volume l’autore riflette su 4 "grandi temi": razzismo, politica, televisione e religione, che tratta sempre con ironia dissacrante e scabrosa sincerità, sfogando senza freni la propria vena polemica e mostrando non solo la confusione in cui versa la popolazione costantemente disinformata, ma soprattutto le responsabilità di coloro che ne gestiscono le vite. Che siano leader politici, santoni oppure presentatori televisivi, ognuno di loro cerca di modellare il mondo secondo i propri interessi; nonostante tutto, il protagonista si prenderà sempre le proprie piccole e grandi rivincite personali usando la propria assurda e a volte crudele fantasia: soltanto “contro” la televisione, si ritroverà totalmente privo di difese (e su questo ci sarebbe da riflettere parecchio, cari clandestini!).
Proprio come in The Boys, Darick Robertson si dimostra abile nel trattare una vicenda dai toni esasperatamente violenti, ritraendo le scene d'azione con totale assenza di pudore. Strabiliante è il lavoro fatto sui numerosissimi personaggi secondari, che possedendo una caratterizzazione ben definita concorrono a creare la sensazione di caotica complessità propria di una società futuristica.

Transmetropolitan è un’opera che unisce ironia e crudeltà a critica sociale, e lo fa senza peli sulla lingua, senza inibizioni e senza il timore di mancare di rispetto a Qualcuno (guardatevi come gira conciato il protagonista nell’ultimo capitolo e capirete!); di opere di questo genere dalle case editrici più grandi e “commerciali” non ne vengono proposte più di tante (anche se la RW LION sembra volersi dare una mossa, in questo senso).
E di opere di questo genere ne avremmo davvero bisogno. Dico sul serio.

martedì 23 ottobre 2012

RASL 01

Autore: Jeff Smith
Editore: Bao publishing

Finalmente anche in Italia, grazie alla Bao edizioni, l'atteso numero 1 di RASL, nuovo fumetto di Jeff Smith dopo il grande successo di Bone. 

Molto bello il formato con cui è stampato, ideale per apprezzare a pieno i disegni del sempre ottimo Jeff Smith.

Tre storie: LA FAGLIA, ANNE e MAYA, l'inizio di una nuova avventura

L'inizio della storia nel deserto, con il sole a picco, con il personaggio decisamente conciato male…non vi ricorda nulla? Se non vi ricorda nulla allora non avete letto Bone, per cui mi permetto di consigliarvi di andare immediatamente a leggerlo. Se vi dice qualcosa...vero che se cancellaste Rasl e ci metteste i cugini Bone...? Ma andiamo avanti.
Abituati a Fone Bone, l'eroe dell'immaginario di tutti: buono, disponibile, coraggioso, etc. potremmo ritrovarci spiazzati dinanzi a questo volume che presenta Rasl (Rob) , un antieroe. Ma non è così, Rasl non risulta meno simpatico al lettore; personalmente almeno, alla fine del volume mi ci sono ritrovato affezzionato. Il carattere del personaggio è sicuramente ancora da delineare (volutamente), ma sono sicuro che Jeff Smith lo farà come suo solito con il proseguire della storia.
Il modo di narrare la storia di Jeff Smith è coinvolgente, proprio come ci ha abituati con Bone. In questo primo numero le trame narrative aperte sono tante. Le domande lasciate in testa al lettore altrettante. La maschera di Rasl quando viaggia da un'universo all'altro? Chi è l'uomo che lo insegue e lo vuole morto? La base, cos'è? Com'è che uno scienziato si ritrova a fare il ladro?
Personalmente poi questo disseminare il racconto di teorie di fisica quantistica, di storie scientifiche, di riferimenti a elettroni che passano da un universo all'altro, il parlare delle equazioni di Maxwell che descrivono con eleganza il campo elettrico e quello magnetico descrivendoli come parte di un'unica invisibile forza, mi affascina tantissimo.
A questo link, la Bao propone una visione delle prime pagine di questa nuova storia di Jeff Smith:

lunedì 22 ottobre 2012

MARVEL MINISERIE 128 - AVX 0

Chi sono io? Chiamatemi Ismaele.

Sono un marinaio della ciurma della Fumetto. Mi piacciono le storie. Storie di qualsiasi genere. Storie raccontate alla luce del focolare. Storie da custodire. Storie custodite.

Vi presento la mia opinione su AVX numero 0

AVX è il nuovo crossover della Marvel. L'acronimo AVX sta a significare Avengers Versus X-Men. Uno scontro tra i due super gruppi della Marvel. Ma veniamo subito a questo numero 0. La Marvel propone questa presentazione:

Due storie. Due donne. Due mutanti. La prima si chiama Wanda Maximoff, nome di battaglia Scarlet. In seguito a un crollo nervoso ha perso il controllo dei suoi immensi poteri e ha compiuto cose tremende, fra cui cancellare i poteri di milioni di mutanti. La seconda si chiama Hope Summers e molti sono convinti che possa rimediare a quella tragedia, ridare un futuro a una specie condannata… Che possa essere la Messia dei mutanti! Tutto comincia con loro, e con una forza irresistibile che solca lo spazio, diretta verso la Terra. In cerca di Hope.

La storia inizia presentando queste due donne nelle loro fragilità e con i loro problemi personali. Una si ritrova da sola, abbandonata anche dal marito, il vendicatore Visione. L'altra è parimenti sola nella misura in cui non viene capita da nessuno degli X-men, men che meno da Ciclope. Nessuno vuole darle spiegazioni sulla Fenice. E intanto la fenice si sta avvicinando. Bello, almeno nella prima parte, il parallelo delle due donne. Siamo all'inizio...ed ora vedremo.

Mi è piaciuta la suddivisione di questa prima storia in tre storie distinte: una legata a Scarlet, una dedicata a Hope ed una dedicata alla fenice.
Sicuramente la parte centrale di questo numero è il dialogo, intenso e rivelatore, tra Hope e Ciclope. La parte da leone nel rivelarci delle cose (paure, determinazione, speranza, fiducia, forza) dei vari personaggi e della stessa storia in sé, la fanno tutte le cose non dette, sottintese e nascoste in questo dialogo. Alcune cose il lettore di vecchia data le conosce. Altre sono intuibili. Altre innescano meccanismi associativi nella mente di chiunque.
Una critica all’edizione italiana sono alcuni errori grammaticali nei testi…ma forse questa è una cosa da pignoli. Mi viene però da pensare che, se come viene detto in quarta di copertina citando Axel Alonso: sarà la più grande saga mai concepita dalla fondazione della Marvel, allora forse un po’ più di attenzione ci sarebbe voluta.

PS: Ma se in quarta di copertina si dice che i disegni sono di John Romita Jr. ed io nelle prime pagine trovo come indicazione del disegnatore Frank Cho, vuole dire che i due sono la stessa persona? Volete dire che stiamo tornando al passato quando gli autori di fumetti avevano uno pseudonimo? Qualcuno mi aiuta a togliermi dalla testa questa domanda?

E tu? Da che parte stai?


i S m A e L e

LA NAVE FUMETTO SALPA



Ancorata presso l'antico porto di Piperanium ai piedi del monte Bisalta, la nave Fumetto prende oggi il largo.
Navigheremo insieme nel grande mare della china. Un mare esteso. Cercheremo di percorrerlo in lungo ed in largo e di farvi avere il punto di vista dell'equipaggio della Fumetto. Preparatevi...l'avventura comincia!
Per salire a bordo della fumetto, farci avere una recensione di un fumetto che avete letto, per fare domande agli autori che verranno intervistati, per...insomma, scriveteci al nostro indirizzo email che trovate qui di fianco


LA CIURMA DELLA NAVE AMMIRAGLIA "FUMETTO"

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