giovedì 25 ottobre 2012

FURY-PEACEMAKER di Garth Ennis e Darick Robertson

Un saluto a voi che come me state guardando le stelle riflettersi sul nostro sempre affascinante mare di China; io sono ancora Il Mozzo e quest'oggi voglio parlarvi di:

1943, Seconda Guerra Mondiale. Nick Fury è un sergente che negli scontri in Tunisia perde la propria unità, entrando poi in un commando di soldati inglesi grazie ai quali impara la "guerra senza l'esercito". Un anno dopo, viene incaricato di eliminare il più importante Feldmaresciallo della Wermacht; raggiunta la sua posizione assieme a un gruppo di fidati compagni, scopre però che questi è a Berlino e intende uccidere il Furher: Nick Fury porterà a termine la missione oppure si fiderà dei propri nemici?

Prendiamo il capo della più grande organizzazione spionistica del mondo, lo S.H.I.E.L.D.
Togliamogli le tecnologie futuristiche, la benda sull’occhio (anche se…) e la possibilità di invecchiare a grande lentezza. Diamogli un fucile, una mimetica e due palle grosse come una casa (che già aveva in dotazione, comunque). Che cosa avremo?
Ma certo, il Nick Fury di Fury-Peacemaker!!!

Fury-Peacemaker è una storia di guerra vera e cruda, dove non trovano spazio superumani in calzamaglia, supersoldati (anche se…) e uomini che costruiscono robottoni in una caverna in Afghanistan, ma soltanto uomini comuni messi davanti alla forte possibilità della morte, ma sicuri dell’appoggio dei loro compagni d’arme. La narrazione di Garth Ennis (di gran lunga più contenuta del solito!) punta i riflettori sulla guerra vista dagli occhi del soldato che la vive in prima persona, mettendo a nudo tutte le incongruenze, le ipocrisie, la mancanza di morale e di preparazione che hanno caratterizzato tutta la Seconda Guerra Mondiale; l’atmosfera è prepotentemente cupa e disillusa e non esista una distinzione tra buoni e cattivi: emblematico in questo senso è l’ultimo dialogo tra Fury e uno dei personaggi principali dopo la resa della Germania, nel quale i due arrivano a non auspicare la reale pace nel mondo per evitare di perdere la sensazione di stare facendo realmente qualcosa di utile al suo interno.
Per quanto riguarda i disegni, Darick Robertson si dimostra come sempre capace nel gestire le scene d'azione, e i personaggi, dallo stesso Nick Fury ai diversi comprimari, sono caratterizzati con grande profondità, permettendo al lettore di affezionarvisi come è possibile farlo in pochi altri casi; il volume è poi corredato con 6 fantastiche copertine di altri autori (Mike Deodato Jr, Mark Texeira, Paul Gulacy, Scott Eaton, Steve Dillon e Gary Frank).
Nick Fury-Peacemaker si rivela certamente un'ottima occasione per riflettere sulla banalità e l'insensatezza della guerra (in questo senso il primo capitolo è qualcosa di agghiacciante!), sia per gli assidui lettori dell'universo MARVEL classico, che posso assicurare resteranno sbalorditi da quanto può essere interessante uno dei personaggi di punta messo in un contesto che di “supereroistico” non ha proprio nulla, che per chi voglia semplicemente godersi una vicenda a sfondo storico-bellico.

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