venerdì 30 novembre 2012

THE AVENGERS 8

Una "recensione-extra" da parte del Mozzo, in questo freddo e uggioso venerdì di novembre, recensione che tra l'altro chiude il discorso Vendicatori portandoci alla pari con le uscite italiane.
In attesa delle uscite del prossimo mese, a voi questa carrellata di robbba!!!


L’ultimo numero del mensile dei nostri amatii Vendicatori presenta 4 storie, due principali con protagonisti il supergruppo e due centrate su coppie di eroi. La prima vede i Vendicatori ufficiali, che ricordiamo essere Capitan America, Iron Man, Thor, Rulk, Tempesta, Occhio di Falco, la Donna Ragno e il Protettore, alle prese con una cellula terroristica delle Avanzate Idee Meccaniche (A.I.M.) scappata alla sconfitta di Norman Osborn dei numeri precedenti; la seconda rappresenta invece la continuazione di Avengers Assemble, miniserie fuori-continuity con protagonista il gruppo visto all’interno dell’omonimo film, alle prese con un gruppo di terroristi dotati di poteri alieni, conosciuto come “Lo Zodiaco” e interessato ad appropriarsi di un congegno tecnologico capace di cancellare il nostro universo: la terza, poi, vede i soli Capitan America e Occhio di Falco indagare su un misterioso laboratorio del governo in New Mexico, attaccato da creature soprannaturali. L’ultima storia, infine, è la seconda parte delle origini di Ant-Man e Wasp, iniziata nel numero precedente.

Le prime due vicende sono firmate entrambe dall’onnipresente Brian Michael Bendis e (dal mio punto di vista) sono un esempio lampante di quando un autore lavora su qualcosa creato solo per il marketing; la prima vicenda narrata, infatti, si ricollega agli eventi del primo numero di Avenger VS X-Men, mostrandoci quel che hanno fatto i Vendicatori prima dello sbarco sulla spiaggia di Utopia: tralasciando lo scontro con la cellula dell’A.I.M., nulla di particolare in termine di narrazione ma gestito come sempre in modo dinamico e divertente, importante è l’analisi psicologica del personaggio di Capitan America, che troviamo turbato dai recenti avvenimenti e dai dubbi che si sono sollevati su di lui e sul ruolo dei Vendicatori dall’opinione pubblica. Quello che abbiamo davanti non è un supersoldato, ma un uomo comune schiacciato dalle sue responsabilità e, nonostante gli amici gli siano vicini, estremamente bisognoso di ritrovare la fede nei propri ideali… nel finale, poi, scopriremo che il Protettore, originario del popolo alieno Kree, sia stato messo in allarme sull’arrivo della Forza Fenice prima di tutti gli altri e abbia il compito di catturarla perché venga utilizzata dai suoi fratelli. Se questa prima vicenda è un gran connubio di disegni di ottimo livello, narrazione lineare e approfondimento psicologico… la seconda, per me, è tutt’altro; in essa non ho visto niente più che la voglia di attirare nuovi lettori mostrando un’avventura con protagonisti i personaggi del film The Avengers: è una “mossa” che posso facilmente comprendere e accettare senza problemi, però non mi dite che mi deve esaltare (a meno per la solita gestione brillante e divertente di Bendis)!
Si vedrà con il procedere dei numeri dove Bendis intende portare il gruppo di eroi e che cosa vorrà fare con ‘sto caspita di Avengers Assemble.
Ultime considerazioni per la storia con protagonisti Cap e Occhio di Falco (di quella sulle origini di Ant-Man e Wasp non ho molto da dire se non che mi sembra un buon modo per spiegare i personaggi ai nuovi lettori), che si è rivelata davvero una gustosa sorpresa: lo sceneggiatore (a me sconosciuto) Cullen Bunn riesce a costruire una trama lineare e intrigante seppur apparentemente non troppo complessa, giocando molto sulla caratterizzazione dei due protagonisti e rendendoli estremamente divertenti e godibili.
Nota positiva per tutto l’albo riguarda i disegnatori… veramente impressionante il lavoro svolto sulle 4 storie che sono andato a descrivere!
Al di là di Walter (leggenda vivente della Marvel) Simonson, che riesce a dare alla prima vicenda quel senso di “antiquato” unito a un dinamismo e una raffinatezza dei dettagli dalla quale diversi giovani potrebbero imparare molto, abbiamo Max Bagley ai disegni della seconda, che spero chi l’ha letto ricordi per la straordinaria espressività dimostrata in Ultimate Spiderman… e l’italianissimo Alessandro Vitti, che personalmente già mi aveva fatto sbavare copiosamente nel gestire alcuni capitoli della miniserie Secret Warriors, e che vi inviterei a tenere bene d’occhio nel prossimo futuro!

DAMPYR 152



Questa mattina ho fatto colazione con gli X-Men, mentre a pranzo il Dampyer è stato semplicemente sublime. Qui di seguito, il vostro Ismaele, che sarei io, vi parla (ok, forse sarebbe meglio dire elucubreggia) dell'ultimo numero dell'ammazza-vampiri di casa Bonelli.
 
DAMPYR 152
Ritorno a Sheffield
Storia e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Fabio Bartolini
Lettering: Luca Corda

Questo episodio vede i nostri protagonisti muoversi tra Sheffield e Praga. La storia si alterna aprendo finestre nelle diverse città e le storie proseguono parallele per poi andarsi ad incontrare sul finale. La storia in breve: Harlan si trova ancora a casa di Ann Jurging dopo l’avventura precedente in Grecia, ma è tormentato da odio e rancore nei confronti di Jeff Carter, l’assassino che gli ha portato via Lisa. Intanto a Sheffield, sua città natale, Jeff Carter ricompare ad Ann Spade l’ agente di polizia che lo cerca per arrestarlo e che lo ama. Intanto a Praga Kurjak coinvolge i fantasmi dell’ “Aquila verde” in un insolita, quando divertente (i due personaggi del signor Rysanek e del signor Shegl sono davvero azzeccatissimi) caccia alla bambina dai capelli biondi. Harlan, grazie ad Ann Jurging scopre che Jeff Carter si trova a Sheffield e decide di andare là per vendicarsi. Alla fine della storia Harlan incontra Jeff e…Jeff Carter muore. Ma ovviamente non è Harlan ad ucciderlo. Eh a proposito, alla fine della storia veniamo a scoprire che è stata la stessa Lisa a chiedere a Jeff di ucciderla, per liberarla dall’invecchiamento accelerato dovuto a Thorke e per libera la piccola Ljuba, intrappolata dentro di lei, e che inaspettatamente torna realmente nel mondo reale (scusate la ripetizione).
Il personaggio di Harlan evolve lungo tutta la storia. L’odio e la ricerca ossessiva della vendetta sono preceduti da una fase di misera commiserazione, e sono seguiti da un momento di ragione in cui il dialogo con Jeff mette a tacere tutto. Il suo dilemma interiore termina quandod Jeff svela il perché Lisa ha voluto morire. Da quello che avevo letto nel numero precedente credevo che questo stato di incertezza del nostro Dampyr, questo stato di odio, ricerca interiore, sarebbe proseguito ancora per diverse numeri, credevo che gli si volesse dare più ampio respiro, e invece con questa storia tutto sembra terminare e tutto sembra tornare come sempre. Ma sarà proprio così?
Personalmente, la parte della storia che mi più ho apprezzato è stata quella ambientata a Praga. Le atmosfere praghesi sono sottolineate in maniera simpatica dai due spok che passeggiano in cerca della piccola bambina dai capelli biondi. Come dicevo prima, i personaggi del signor Rysanek e del signor Shegl sono azzeccatissimi. Il loro girovagare per Praga e le loro conversazioni sopra le righe generano quella dose di umorismo ideale per intervallare la tensione che man mano cresce con il l’avvicinarsi di Harlan a Jeff. Credo proprio di avere un debole per Praga, anche se non ci sono mai stato nella realtà. L’ho visitata però, in lungo ed in largo, diverse volte grazie alle storie di Dampyr. Bello e triste  l’epilogo finale della storia, che in qualche modo ci fa affezionare ad un personaggio ambiguo come Jeff Carter. Forse è proprio vero che al mondo non ci sono persone buone e persone cattive, ma solo persone più o meno ferite, che a volte portano sulle spalle pesi enormi da sopportare; e le cui azioni non sono altro che una manifestazione reale e concreta di essi.
Puntuali e puliti i disegni di Bartolini. Sicuramente quello di Bartolini non è il mio Dampyr preferito, in ogni caso bisogna riconoscere che la storia è ben disegnata.

i S m A e L e

THE AVENGERS 2/7

Cari lupi di mare dell'Oceano di China, sono il Mozzo ed ecco qui la mia recensione di oggi, una sorta di ampia disamina del primo ciclo narrativo del mensile dei Vendicatori... il tutto per rimettermi in pari con le recensioni di Ismaele, che procede dritto e rapido come la nostra ammiraglia tra i flutti!
A voi!

Dopo i tragici eventi di Fear Itself, che hanno visto la “morte” di Thor e del secondo Capitan America, i Vendicatori cercano di trovare una nuova incarnazione mentre l’opinione pubblica  si divide tra chi li crede necessari e chi invece estremamente dannosi. Quando un vecchio nemico, più  o forte che mai, ritornerà a tormentarli riusciranno i nostri a trovare la forza di reagire ancora una volta?

Recensione comune dei primi 6 numeri del mensile dei Vendicatori, che traghettano il supergruppo principale del Marvel Universe dal crossover Fear Itself a quello successivo, Avengers VS X-Men; ancora capo della difesa americana, Steve Rogers (primo Capitan America) rifonda i Vendicatori avvalendosi dell’aiuto di Occhio di Falco, la Donna Ragno, Rulk, il Protettore e Iron Man e aggiungendovi la mutante Tempesta, la sua vice Maria Hill, la protetta di Nick Fury Daisy Johnson (alias Quake) e la Visione, “rimessa in funzione” da Tony Stark. Il gruppo ha giusto il tempo di presentarsi ai media che a tormentarli ritorna Norman Osborn, che li incolpa pubblicamente di averlo incarcerato senza processo  e di aver insabbiato una serie di gravi malefatte (spingendo sui dubbi instillati dai Rivendicatori), chiedendo al governo di sostituirlo a Rogers: i nostri si mettono sulle sue tracce, ma vengono attaccati da membri superpotenziati dell’organizzazione criminale dell’Hydra, che catturano tutti tranne la Visione e Quake. Mentre quest’ultima decide di non arrendersi, il primo si scontra con Osborn, che dimostrando poteri mai avuti prima lo mette facilmente al tappeto; Quake riesce quindi a liberare i Vendicatori prigionieri in un complesso dell’Hydra, ma non prima che Madame Hydra (leader dell’omonima organizzazione) scateni i suoi uomini potenziati contro l’esercito americano, reo di aver rifiutato le loro proposte: una volta liberi, i nostri scoprono che queste inspiegabili super-migliorie derivano dal fatto che la Dottoressa Carolina Washington (convinta che i superumani non difendano più il popolo americano) ha venduto i segreti biologici di tutti i Vendicatori all’Hydra. Alla fine, gli eroi si scontreranno con Osborn trasformato in un Super-Adattoide, una creatura capace di replicare qualsiasi potere con cui venga in contatto fisico e che si dimostrerà un avversario davvero ostico; sovraccaricandolo con i poteri di due supergruppi riescono finalmente a sconfiggerlo, ma alla fine della vicenda due cose continuano a preoccupare Steve Rogers: il fatto che Madame Hydra sia latitante e la sensazione di essere diventato parte di un sistema che fa tutto tranne che difendere il mondo.

Che Brian Michael Bendis abbia una strada ben definita per il futuro del Marvel Universe è ovvio in questo suo ciclo narrativo. L’opera di analisi del concetto stesso di “supereroe Marvel” continua e la Dottoressa Washington è l’elemento di unione con il punto di vista dei Rivendicatori, ma si registra un passo avanti con i personaggi di Steve Rogers e Norman Osborn; entrambi infatti si rendono conto che sta diventando difficile conciliare il rispetto della società con la sua difesa; la sensazione che ho avuto nel leggere i pensieri di Osborn e il dialogo tra Cap e il presidente è che Bendis ci stia suggerendo che forse, per chi vuole difendere il mondo, non c’è altra scelta che rimanerne “al di sopra”. Come al solito, chi vivrà vedrà!
Per quanto riguarda i disegni non sono soddisfatto di Daniel Acuna; trovo il suo tratto poco caratteristico e definito: dimostra buona dinamicità nelle scene d’azione, ma la presenza di alcuni personaggi secondari esageratamente simili mi ha dato davvero molto fastidio! I colori, semplicemente, mi sono parsi troppo cupi e addirittura opachi quando non necessario… ma, ovviamente, non capisco molto di disegno e anche meno di colorazione!
In ogni albo troviamo anche delle “storie bonus” su cui non mi soffermerò più di tanto; sui numeri dal 2 al 6 abbiamo una vicenda firmata (niente meno) che da Howard Chaykin, una gustosa scoperta: è ambientata nel 1959 e vede Nick Fury assemblare un team di proto-Vendicatori per contrastare un’organizzazione segreta alleata con quel che resta del partito nazista. Negli albi dal 3 al 6, poi, abbiamo due mini-storie dell’Accademia Vendicatori (che descriveremo parlando del mensile di Iron Man): infine, nei numeri 2, 4, 5, 6 e 7 troviamo storie brevi sulle origini di alcuni Vendicatori… non sono nulla di che, dal mio punto di vista, ma quella riguardante la Visione mi è parsa molto interessante e davvero profonda.

GLI INCREDIBILI X-MEN 269

Praticamente è l'alba...all'orizzonte il sole sta per sorgere e voi invece state ancora dormendo...e va bè...io sono sul ponte della nave, sono al timone. Ero di turno. La notte sembrava non passare più. Così, alla luce della lanterna, ho passato il tempo leggendo questo fumetto...
 
Gli incredibili X-Men 269 - copertina
GLI INCREDIBILI X-MEN 269
Il primo duello
Storia: Kieron Gillen
Matite: Greg Land
Chine: Jay Leistein
Colori: Guru EFX
Traffico di sentinelle – prima parte
Storia: Victor Gischler
Matite: Will Conrad, Steve Kurth
Chine: Will Conrad, Jay Leistein
Colori: Chris Sotomayor

Se per caso non lo sapeste, o non frequentaste  con assiduità l’universo Marvel, sappiate che è scoppiata la guerra. Da una parte i Vendicatori, dall’altra gli X-Men. Sì, lo so che già lo sapevate, so benissimo che dei viaggiatori spazio-temporali come voi, che sono abituati a passare da un universo all’altro come le persone comuni sono abituate ad attraversare la strada; hanno sicuramente trovato il tempo di fare un salto nell’universo Marvel. Mi piaceva però ricordarvelo per introdurre quanto segue. La storia “Il primo duello” può essere collocata da un punto di vista temporale, tra le due storie che vengono proposte su AVX1, e non poteva (mi pare più che ovvio), non raccontarci il punto di vista degli uomini X proprio sull’inizio della guerra.
Gli incredibili X-Men 269 - pag 1
La prima cosa che vi segnalo esula dall’aspetto della narrazione della storia, o forse no, o almeno non troppo; insomma, deciderete voi. La storia occupa la bellezza di 21 pagine. Di queste 21, praticamente 14 sono senza un baloon, senza una nuvola, insomma, non ci sono dialoghi. Solo disegni e didascalie. Queste ultime non sono altro che i pensieri dei vari personaggi che si alternano nelle tavole. Prima Namor commenta il dialogo tra Ciclope e Capitan America, che non viene esplicitato, ma che conosciamo avendolo sentito (letto) su AVX1, e ci mostra il suo punto di vista sulla guerra in corso. Poi è il turno di Colosso che sta affrontando Hulk rosso sott’acqua, e poi ancora Hope che si trova di fronte Wolverine e l’Uomo Ragno. Questa prima elucubrazione mentale per dirvi cosa?  Semplicemente per fare una considerazione: credo che queste 14 pagine, sottolineino in qualche modo, se ce ne fosse ancora bisogno, la ricchezza di questo mezzo espressivo nel raccontare le storie. Credo che nel loro piccolo, queste 14 pagine, dimostrino ancora una volta le potenzialità che ha il fumetto, che non si limita solo ad un puro aspetto grafico (sicuramente di forte impatto e richiamo), ma come in questo caso ha la possibilità di analizzare la psicologia e l’animo dei personaggi raccontati.
Gli incredibili X-Men 269 - pag 2
Ma torniamo alla nostra storia per una seconda segnalazione: mi è parso molto bravo Kieron Gillen in questa storia. Da un lato raccontando il punto di vista degli X-Men nello scontro AVX, riuscendo al contempo a portare avanti le trame della storia degli uomini X. Ecco che quindi mentre ci viene presentato lo scontro tra Colosso e Hulk rosso, ci viene mostrato lo sviluppo della vicenda interiore e non solo (vista la trasformazione che subisce) dello stesso Colosso. L’X-Men, durante lo scontro, non riesce più a controllare la forza demoniaca che si è impossessata di lui (Cyttorak – eh sì, proprio quella del Fenomeno – vedetevi Fear Itself per saperne di più) e Hulk rosso le prende di brutto. Almeno inizialmente. Altra trama portata avanti è quella legata a Unit androide alieno prigioniero (?) degli X-Men – che per quanto ci è dato di capire controlla Danger e suscita anche una sorta di controllo su Hope. Quali sviluppi? Pazienza figli dell’atomo, pazienza, come insegnava il Professor Xavier a suo tempo.
Terza segnalazione per questa storia: il curioso colpo di scena che rappresenta il “Protocollo vendicatori” che Ciclope mette in atto contro l’attacco da parte degli X-Men. Il “Protocollo vendicatori” consiste in una mail di denuncia aperta e tagliente alla stampa della situazione in cui si sono venuti a trovare gli X-Men loro malgrado (?). Davvero curioso, ma senza ombra di dubbio molto contemporaneo, quest’utilizzo dei media per combattere una guerra, se messo a confronto con le modalità più brutali e, non me ne vogliano i fans dei vendicatori, rozze, messe in atto da Capitan America e compagni (attacco frontale, picchia più forte di loro, che a forza di picchiarli cambieranno idea). Con questo non voglio dire che gli X-Men sono pacifisti o cose del genere, non fraintendetemi, e ci mancherebbe ancora. Vedremo come questa (apparente) dicotomia di strategia verrà sviluppata.
Disegni e colori di buon livello danno un tocco alla storia che ne arricchisce la pregevolezza.
Gli incredibili X-Men 269 - pag 3
Veniamo poi brevemente alla seconda storia contenuta in questo albo: “Traffico di sentinelle – parte prima”. La vicenda segue direttamente la saga Scisma di qualche tempo fa e precede le vicende di AVX. La saga ha portato alla divisione tra Ciclope e Wolverine, ha portato la divisione tra gli uomini X, ha mostrato due differenti visioni sul futuro del mondo mutante. Dopo la saga Scisma, il mercato nero è rifornito di Sentinelle, gentilmente offerte dal Club infernale. I piccoli staterelli governati da regimi militari o dittatoriali, non vedono l’ora di accaparrarsi la loro sentinella personale. Domino, in ricognizione, documenta lo scambio tra un gruppo di mercenari e i militari di uno di questi staterelli, per l’appunto, ma viene sorpresa e deve nascondersi. Una squadra di X-Men capitanata da Ororo (Tempesta) interviene e dopo uno scambio di opinioni particolarmente manesco con War Machine, tutti intervengono per bloccare l’insana follia. Particolare curioso della storia è il fatto che le sentinelle vengono riprogrammate per attaccare un bersaglio a piacere facendogli credere si tratti di un mutante. Per il momento la storia non mi sembra niente di particolare, ma vedremo ulteriori sviluppi nei prossimi numeri.

i S m A e L e

giovedì 29 novembre 2012

AVENGERS 1 - I RIVENDICATORI di Brian Michael Bendis e Gabriele dell'Otto

Un buongiorno a tutti coloro che per oggi strapperanno un passaggio alla nostra ammiraglia!
Qui è il Mozzo, che oggi vi propone la prima delle recensioni riguardanti il mensile dei Vendicatori (o, per i più fichi che non si rendono conto che siamo in Italia, "the Avengers"); la storia presentata sul numero 1 è qualcosa di molto particolare, quindi merita una recensione propria... per gli altri numeri farò recensioni "in blocco" al termine di ogni ciclo narrativo.
Ma bando alle ciance ed ecco a voi la recensione... buona lettura!


Il mondo ha davvero bisogno di un gruppo di personaggi con capacità straordinarie, pronti a difenderlo contro qualsiasi minaccia? Sembrerebbe di si, ma cosa succederebbe se questo gruppo si rivelasse un “club-privato” che arriva a insabbiare qualsiasi errore o evento capace di minarne la credibilità?
Anche a decine di anni di distanza, la domanda è sempre la stessa: “Who watches the watchmen?”.

Brian Michael Bendis e Gabriele dell’Otto (che per quanto mi riguarda rappresentano in assoluto i migliori autori della Marvel) firmano il numero dell’anniversario del mensile dei Vendicatori che, nel nostro paese, esce sul numero uno di una testata tutta nuova: The Avengers (per l’appunto!).
Questa la trama: dopo le recenti vicende che hanno scosso il Marvel Universe Simon Williams, ex-Vendicatore con il nome di Wonder Man, si convince che tute le crisi che ha dovuto affrontare il mondo sono da imputarsi in qualche modo all’esistenza stessa dei Vendicatori. Per questo riunisce un gruppo di personaggi minori ma potenti, e li attacca frontalmente colpendo prima il Palazzo dei Vendicatori (e la formazione dei Nuovi Vendicatori), quindi il team principale; nonostante metta in difficoltà “gli eroi più potenti della Terra”, Simon viene alla fine catturato e messo a tacere… ma i dubbi sull’effettiva validità dei Vendicatori sembrano mettere radici nell’opinione pubblica.
Il volume contenente la storia dei RiVendicatori, secondo me, contiene tutto quello che un BUON fumetto supereroistico dovrebbe avere: azione concitata, epiche scazzotate farcite di poteri più o meno devastanti, tecnologia futuristica e un’ironia brillante e gustosa. Al di là di tutto questo, però, ha quel tocco in più che lo rende un GRANDE fumetto supereroistico, la riflessione sul concetto stesso di supereroe in casa Marvel; la domanda “servono davvero i Vendicatori” risuona prepotente e seguendo il punto di vista di Wonder Man non si può che rispondere con un sonoro no: in molti casi il supergruppo principale della Terra si è comportato come un’oligarchia che grazie alle proprie capacità superumane ha deciso di dirigerne le sorti, ponendosi da sola al di sopra di qualsiasi tipo di autorità. Questa è una condizione che non può più andare avanti per Wonder Man che, turbato dall’insensato ritorno dalla morte a opera della mutante Scarlet ed esasperato da come i propri ex-amici si dimostrano ciechi e sordi ai suoi ammonimenti, decide di reagire con la sola lingua che questi sembrano comprendere… la violenza; la sua battaglia, però, non è fisica ma ideologica e sul finire della vicenda sia ha la forte sensazione che abbia vinto: i Vendicatori decidono semplicemente di chiuderlo in una gabbia ideata dalla Bestia, tenendolo lontano dai media (che comunque cominciano a dimostrare una certa mancanza di fiducia nei confronti dei propri “guardiani”).
Bendis, in questa vicenda, sembra mettere dentro tutta la propria vena critica nei confronti del Marvel Universe e della piega che i diversi autori gli hanno fatto prendere… senza sminuirne il lavoro; in tutta la vicenda Wonder Man (e quindi di Bendis stesso) ammette che i Vendicatori hanno salvato il mondo centinaia di volte: quello che viene loro imputato è l’incapacità di gestire le varie crisi con tempestività. Gustose sono le 5 pagine doppie iniziali, nelle quali sono descritti i 5 errori più grandi (e ancora impuniti) del supergruppo; quella di pagina 6/7 riguarda la loro Guerra Civile, che ha visto morire alcuni di essi senza che poi nessuno rispondesse delle proprie azioni tanto che, attualmente, lo status quo è tornato identico a quello precedente il grande crossover… che quindi pare privo di significato reale. E caspita se ha ragione.
Per il comparto disegni credo non ci sia da dire molto… è in assoluto uno dei migliori dell’Otto che io abbia mai visto! E non tanto come qualità del disegno (che è comunque indiscutibile), ma soprattutto per l’estrema dinamicità che è riuscito a dare ai numerosi scontri presenti nella vicenda, andando a dare proprio l’idea che l’assalto di Wonder Man sia qualcosa che i Vendicatori non si aspettavano affatto.

Il volume dei RiVendicatori, quindi, si dimostra una piccola perla del Marvel Universe, soprattutto perché ci mostra che cosa succede quando persone con un grande potere arrivano a perdere il giusto punto di vista sulle cose che accadono nel mondo… cosa che non dobbiamo fare nemmeno noi lettori di genere, se non vogliamo perdere le varie sfumature che lo rendono tutt’altro che banale!

martedì 27 novembre 2012

Shangai Devil n.14, a voi!

Cari Naviganti del mare della China, le brume di novembre ispirano la lettura, e tra una virata e l'altra del timone cosa c'è di meglio che sfogliare un buon fumetto? Eccovi dunque il risultato della lettura di questi giorni... e mantenete dritta la rotta, mi raccomando...

Shangai Devil n. 14

Ideazione, soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
Disegni: Alessandro Nespolino
Lettering: Riccardo Riboldi
Copertina: Corrado Mastantuono
Sergio Bonelli Editore

Per chi non conoscesse la collana, trattasi di una serie autoconclusiva di 18 albi, quindi siamo avviati verso il gran finale...
Il protagonista è Ugo Pastore, venticinquenne romano, già co-protagonista della serie "Volto Nascosto", ideata dallo stesso sceneggiatore Gianfranco Manfredi, uscita in 14 episodi mensili un paio di anni fa... La serie era ambientata nella guerra coloniale italiana in Etiopia del 1895-96, mentre ora ci spostiamo nella Cina del 1898-1900, durante la rivolta dei Boxer (ribelli cinesi contro gli invasori europei).
Mentre nei primi episodi viene introdotta l'ambientazione e presentata la situazione storica e i personaggi (in questo Manfredi è un vero maestro, si documenta all'inverosimile in modo che a livello storico nulla sia lasciato al caso), si entra con i numeri 5-6 nel pieno dell'azione, in cui il protagonista Ugo si inserisce tra le trame dei cinesi ribelli e degli invasori europei, cercando da un lato di difendere i suoi amici, tra cui Ha Ojie, simpatico cinese attore e saltimbanco, e suo padre (che morirà assassinato nel corso della vicenda e per il quale Ugo prometterà vendetta) dalle vicende belliche, e dall'altro, fedele ai principi morali e una costante insoddisfazione che lo rendono un personaggio singolare e problematico, di difendere i più deboli e i minacciati dalla guerra, indipendentemente dalla razza o dalle convinzioni sociali o religiose... Nelle scene d'azione e per non essere riconosciuto, spesso Ugo utilizza una maschera d'argento, che proviene dall'Africa e di cui è diventato "custode" nel corso della precedente serie "Volto Nascosto", che gli vale il soprannome datogli dai giornali di "Shangai Devil", in quanto indossata per la prima volta contro un trafficante d'oppio di Shangai, dove viveva all'inizio della serie con il padre Enea, rappresentante di commercio italiano in Cina. Con indosso la maschera Ugo sembra essere più determinato e meno "problematico"... In generale la serie è un interessante affresco storico, ricco di azione e riflessioni sul senso della guerra e delle responsabilità, che avvince e tiene incollati i lettori, in quanto ogni episodio non è storia a sè ma si incastra e continua da un albo all'altro (impossibile saltarne uno e capirci qualcosa!). Bella la galleria di personaggi proposti, che va da commercianti e ambasciatori italiani (comicissimo il milanese Risto, trafficante imbroglione milanese, ma affezionato a suo modo a Ugo, da cui nascono divertenti battibecchi tra i due, dotati di carattere opposto, l'uno in dialetto romanesco e l'altro in meneghino), a mercenari americani, soldati tedeschi e russi, politici e spie inglesi, ribelli e popolo cinese, e poi giapponesi e australiani, tutti ben caratterizzati... Tanti ed elaborati i colpi di scena: personaggi che sembrano fondamentali per il prosequio della trama che muoiono quasi subito, amici che diventano nemici, o probabili nemici che si trasformano in amici ma alla prova dei fatti ritornano nemici (e viceversa!), spie che fanno il doppio e il triplo gioco... Forse a risentire un po' di tutto ciò la trama un po' "caustica", tipica di Manfredi (anche in altre serie da lui sceneggiate mette fin troppa carne al fuoco, e non sempre riesce poi a tirarne le fila in maniera soddisfacente...) e i troppi problemi "moral/filosofici" del protagonista Ugo (che ispira fiducia ed è in gamba nelle scene di azione, ma a volte risultano più simpatici e "leggeri" gli altri personaggi).
Ma venendo in particolar modo all'albo in questione, premesso che è difficile farne un'analisi a sè, in quanto molto collegato ai precedenti/successivi sviluppi, si tratta di una storia divertente e ricca d'azione, in cui i "Sette Diavoli" (ovvero Ugo, Risto e Ha Ojie, più 4 soldati americani che si sono uniti a loro nell'albo precedente), decisi a difendere i fedeli cattolici, sia cinesi che europei,inermi e assediati nella cattedrale di Beitang, al di fuori della quale infuria la battaglia tra Boxer, europei ed esercito imperiale, si infiltrano in varie zone della città, facendo guerriglia diversiva, minando le milizie nemiche, sabotando l'esercito, a volte anche in maniera tutta particolare e divertente ( Ugo è precisissimo a sparare con la pistola, Tony l'italo-americano è un mago col fucile, Risto astuto e imbroglione ne studia sempre una nuova, Ha Ojie è l'atletico del gruppo, Louis un colosso nero che non si separa mai dalla fedele mitragliatrice Gatlin, Ray un texano duro e di poche parole, Patrick un arcigno irlandese bombarolo). Intanto in città arriva la perfida imperatrice/usurpatrice Suxi (personaggio storico) che tesse i suoi piani, decapitando uno dei pochi ministri pacifisti in cui i nostri speravano per far terminare la guerra, e dando la caccia a Ha Ojie, che per fortuna riesce a fuggire... Alla fine si trovano ancora tutti nella cattedrale assediata, ma ora i ribelli hanno un forte timore nei confronti dei nostri eroi, che ne hanno abbondantemente sfoltito le fila, e che si preparano ad una guerra su più fronti...
Per quanto riguarda i disegni, Nespolino dà il meglio di sè, è a mio giudizio uno dei migliori disegnatori della serie, dal tratto fine e pulito, dà un tratteggio interessante ai personaggi, molto ben caratterizzati (nel numero precedente, in cui entrano in scena i "Sette Diavoili", il pur bravo Biglia non era riuscito a darne un'interpretazione altrettanto efficace). Ma il vero spettacolo sono gli ambienti interni (la sala del palcoscenico dove si esibisce Ha Ojie, pagina 18, e la sacrestia della cattedrale, con i quadri religiosi (pagine 42-44) sono una meraviglia per l'occhio, così ricchi di dettagli)... le scene di battaglia all'aperto belle e "cinetiche", anche se un po' meno curate degli interni... cmq voto altissimo al bravo Nespolino!

Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere al conflitto?
Riuscirà il buon Ugo a sventare le trame di Suxi ma soprattutto a scoprire chi ha ucciso suo padre e vendicarsi?
Ce la faranno tutti i personaggi a vedere ristabilita la pace?
Quali colpi di scena ci attendono ancora?
Inutile dirlo: il seguito nelle prossime puntate (per fortuna solo più 4, l'attesa da un mese al successivo è lunga!!)

E ora di nuovo al timone che la navigazione è ancora lunga... a presto, naviganti!

Nostromo Fishleg

lunedì 26 novembre 2012

"CHI E' ": IRON MAN

Un saluto ai nostri passeggeri di oggi da parte del vostro Mozzo!Per oggi lascio perdere le "recensioni" vere e proprie e vado a dedicarmi a quello che, nel sistema di personaggi dell'Universo Marvel, è in assoluto il mio preferito... ovvero Tony Stark, anche conosciuto come l'Invincibile Iron Man!!!
A voi un'altra bella carrellata di visioni ed elucubrazioni personali!


Iron Man/Anthony Edward Stark  è un personaggio nato nel 1963 dalla mente e dalla matita di Stan Lee, Lerry Lieber, Don Hack e Jack Kirby, che ha fatto la sua primissima apparizione sul numero 39 di Tales of Suspence; uno dei personaggi principali del Marvel Universe e del suo supergruppo ufficiale, i Vendicatori, recentemente è giunto all’attenzione di un pubblico ancora più visto grazie a due film (quasi tre, senza contare quello “corale” sui Vendicatori), nei quali è stato interpretato dal brillante Robert Downey Jr. I film delineano abbastanza bene le origini del personaggio, le sue dinamiche personali ma soprattutto il suo carattere, puntando i riflettori sull’aspetto arrogante e ironico e rendendolo forse un po’troppo macchiettistico rispetto alla propria controparte a fumetti; ovviamente non mi sento di analizzare in nessun modo le pellicole, ma è bene far notare che Iron Man non si può ridurre allo stereotipo del miliardario playboy/astuto inventore con tecnologie futuristiche.

Ma ora un po’di “storia”: Anthony Stark è il rampollo di una delle più ricche famiglie americane, che fin dalla Seconda Guerra Mondiale si è sempre distinta come leader nel campo della tecnologia bellica, dotando tutta l’umanità di modi sempre nuovi e più avanzati di uccidere. Messo davanti alle atrocità della guerra e alla reale prospettiva della morte, Tony decide di utilizzare il proprio geniale intelletto e le proprie risorse economiche per costruire “l’arma definitiva”, un’armatura supertecnologica sostenuta da un nuovo tipo di tecnologia detta “a repulsori”: nasce così Iron Man, che si dedica inizialmente a proteggere gli interessi personali delle industrie Stark e degli Stati Uniti, quindi quelle del mondo intero.
Per comprendere le molteplici sfaccettature dell’Uomo di Ferro ho deciso di prendere in analisi l’ultimo crossover dell’Universo Marvel in ordine cronologico, ovvero Fear Itself – Il potere della paura, e i numeri di Iron Man e i Vendicatori che vanno dal 45 al 51; certo ci sarebbero state storie più adatte e meglio scritte (personalmente ho trovato la struttura narrativa di Fear Itself troppo banale e a volte addirittura ripetitiva)… ma proprio perché quello preso in esame non è un capolavoro del fumetto moderno, il personaggio ha modo di risaltare sopra tutto il resto. La trama di Fear Itself vede il mondo intero devastato dal risveglio del Serpente (fratello maggiore del dio Odino e divinità della paura) e del suo gruppo di seguaci, detti i Valorosi e dotati ognuno di un martello magico della stessa potenza di quello di Thor; deciso a riprendere il controllo di Asgard, il Serpente getta l’umanità nel terrore, acquisendo sempre maggiore potere: dopo le iniziali difficoltà, gli eroi della Terra si uniscono e riescono a sconfiggerlo. Nel mensile osserviamo Tony scontrarsi con uno dei Valorosi (il supercriminale Gargoyle posseduto dallo spirito di Mokk, “il Distruttore di Fede”) in una Parigi letteralmente devastata; nonostante l’ultima versione dell’armatura, Iron Man si ritrova a dover battere in ritirata per riparare il suo generatore a repulsori: resosi conto dell’inadeguatezza dei Vendicatori nei confronti dei propri avversari, Tony riuscirà a convincere Odino a “prestargli” la sua fucina personale e assieme ai Nani asgardiani riuscirà a creare a una serie di armi che potenzieranno gli eroi della Terra, portandoli alla vittoria.
Il Tony Stark presentato è un personaggio estremamente fragile, che dopo anni ha finalmente abbandonato gli appalti bellici per il governo e dato vita alla “Stark Resilient”, impegnata nel fornire al mondo intero energia libera dalla dipendenza e dai combustili fossili; privato di gran parte del proprio patrimonio, può contare unicamente sulle proprie forze: lo scopriamo dubbioso, incerto e aggrappato alla speranza per il futuro… quasi spaventato, soprattutto dopo lo scontro/disfatta con Gargoyle. Per un lettore attento è semplice comprende la disperata ricerca di una nuova identità per Tony, deciso ad affrancarsi dal proprio passato violento e dissoluto; dopo essere andato contro tutto e tutti per portare avanti la propria visione del mondo e aver permesso a un criminale di salire alla segreteria della difesa americana, Stark cerca ora di dare il proprio contributo al mondo … per una volta nella vita “giocando pulito”: forse proprio perché di realmente importante nella sua vita non è rimasto altro se non le persone che gli vogliono bene, l’Uomo di Ferro si mette in gioco in primissima persona, andando a sacrificare il proprio traguardo personale maggiore (ovvero la liberazione dal demone dell’alcolismo) per attirare l’attenzione di un dio in cui solitamente non crede (Odino) e convincerlo ad aiutarlo. Ecco chi è (a oggi) Anthony Stark/Iron Man: un uomo che sta progressivamente abbandonando l’umanità fisica a favore dell’unione con la propria armatura, ma che paradossalmente sta ritrovando quella morale grazie a una nuova prospettiva sulla sua vita.
Personalmente lo considero uno dei più bei personaggi del panorama supereroistico (e sicuramente uno dei miei preferiti!), che rappresenta perfettamente l’uomo comune costantemente in lotta con il proprio “lato oscuro” e che ogni volta che viene buttato a terra si rialza e si dimostra ancora una volta pronto a difendere le proprie convinzioni con forza: certamente Tony Stark rimane un astuto ed egocentrico farabutto e le storie che possiamo leggere mensilmente sui suoi albi hanno sempre quella vena ironica arguta e moderna a contraddistinguerle… ma per chi è disposto a cercarle e trovarle avranno spesso chiavi di lettura e riflessioni umane estremamente importanti!

THOR E I NUOVI VENDICATORI: 164

"E allora? Ora mi verrete a dire che non posso scrivere due recensioni in un giorno? E perchè no? dove sta scritto? E no, ora voglio leggerlo! Dove sta scritto? Ah non è scritto da nessuna parte? E allora beccatevi anche queste elucubrazioni mentali, talvolta folli ed insensate su questo fumetto!!!"



THOR E I NUOVI VENDICATORI 164
Thor: il potente Tanarus – il ritorno
Storia: Matt Fraction
Matite: Giuseppe Camuncoli
Chine: Klaus Janson
Journey into Mystery: il mito del terrorismo – conclusione
Storia: Kieron Gillen
Disegni: Richard Elson
Colori: Ifansyah Noor Di If
Nuovi vendicatori: avx!
Storia: Brian Michael Bendis
Disegni: Mike Deodato, Will Conrad
Colori: Rain Bekedo
Il Potente Thor: Storie del tuono
Storia: Matt Fraction
Matite: Barry Kitson
Chine: Barry Kitson, Jay Leistein
Colori: Frank D’Armata

Prima storia: finalmente ritorna! Dopo diversi episodi che seguono la conclusion di Fear Itslef, in cui la profezia si avvera e Thor muore; ed in cui il suo ricordo è dato in pasto all’oblio (in questo caso una vera entità cosmica, fuori dal tempo, il Demogorgone – divoratore di divinità); Thor ritorna! E lo fa alla sua maniera, buttandosi a capofitto in una grande battaglia alle porte di Asgardia. I nemici, i Troll e la regina dei Norn, responsabili dell’oblio del ricordo di Thor, subdolamente sostituito da Tanarus. Segnaliamo per questa storia due cose: la prima è lo stile con cui è scritta, lo chiameremo “racconto intorno al fuoco” (non me ne vogliano gli addetti ai lavori). Tutto quello che succede viene raccontato al passato, mentre leggiamo, le didascalie ci indicato che tutto è già successo in precedenza. Scopriremo infatti alla fine dell’episodio, e solo alla fine, che in realtà la storia in sé non è altro che il racconto che Loki sta facendo a dei ragazzini di episodi passati. La seconda cosa invece riguarda la parte del disegno. Ai disegni in questo numero un italiano, Giuseppe Camuncoli. Interessante la sua opera.
Passiamo ora alla terza storia, quella che mi è piaciuta di più di tutto l’albo. Storia di Brian Michael Bendis. Storia legata alla maxi saga di AVX. In AVX – Round 1 (pubblicato su AVX1) viene mostrato l’assalto degli Avengers ad Utopia, guardando le cose da terra, dal punto di vista degli X-Men. In questa storia invece ci viene regalato il punto di vista dei Vendicatori dalla nave volante sopra i cieli di Utopia. Mi piace molto il vedere lo stesso evento da due punti divista differenti. Mi affascina. A voi no? Nella stiva si attenda l’ordine di rientro o di attacco, e si fa passare il tempo come si può, mentre alcuni cercano di seguire cosa succede a terra tra Ciclope e Capitan America. Al grido “Vendicatori uniti” tutto ha inizio (e lo sappiamo bene, perché abbiamo letto AVX1). Ma qui la nostra storia si interrompe e facciamo un balzo temporale di un giorno. Siamo al giorno prima e ci vengono presentate delle belle pagine di analisi introspettiva di Luke Cage e Jessica Jones. Entrambi vendicatori, ma anche marito e moglie con una figlia. Che fare? Dopo gli ultimi eventi legati a Fear Itslef e Osborne, Jessica vuole lasciare i Vendicatori per garantire un futuro più sicuro a sua figlia. Cosa farà Luke Cage? Lo scopriremo pochi istanti dopo, quando al termine della riunione urgente convocata da Capitan America e Iron Man, viene richiesto a tutti i Vendicatori di partecipare. Se posso permettermi: delle pagine davvero ben scritte. Sia come ritmo, sia da un punto di vista narrativo. I passaggi dal cielo di Utopia, alla casa dei Vendicatori, alla stanza in cui marito e moglie si confrontano, dà davvero l’idea di una discesa in un ambito intimo e personale dei due. Davvero una bella storia. I disegni ed i colori non fanno altro che accrescere la bellezza della storia. Consigliata!!!

i S m A e L e

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