giovedì 31 gennaio 2013

NATHAN NEVER 259 - Gli innocenti

Mentre davo una mano al mozzo a mettere a posto la sentina, mi sono ritrovato tra le mani questo fumetto...potevo non leggerlo? Ecco a voi...

NATHAN NEVER 259
Gli innocenti
Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Germano Bonazzi
Lettering: Francesca Piovella

Nella recensione di quest’oggi, partiamo dalla copertina dell’albo (Disegni di Sergio Giardo e colori di Gianmauro Cozzi), che credo possa riassumere abbastanza bene l’impressione che ho avuto leggendo questa storia. Mah! Ecco l’ho detto. Questo riassume la mia personalissima ed opinabilissima opinione su questa copertina e quindi di questa storia. Ma dico io, ma avete mai visto un ospedale con le pareti rosso sangue? Io no. Poi la scritta “NEVER” verde su sfondo rosso l’ho trovata una chicca! Mah. Così mi è parsa anche la storia. A tratti si respira l’atmosfera delle prime storie. A tratti i disegni di Bonazzi sono ottimi. Tanto che in una vignetta in particolare, negli appunti che mi sono segnato durante la lettura, arrivo ad annotare che quel Nathan Never potrebbe benissimo averlo disegnato Hugo Pratt (papà di Corto  Maltese, per coloro che non lo conoscessero). Purtroppo però è tutto qui, come dicevo prima sono solo tratti.

THE AVENGERS 10

Saluti e baci a tutti coloro che le reti del nostro Pescatore Ubriaco hanno raccolto dal Mare di China!
Io sono il Mozzo e mentre riordino la stiva mi piacerebbe parlarvi di un nuovo fumetto che ho letto: buona lettura a tutti voi!!!



I nostri eroi, pur essendo "super", non sono infallibili... anzi.
Sono volubili, passionali, a volte addirittura incapaci di fronteggiare le situazioni che si parano sul loro cammino. Ma hanno una particolarità: non si arrendono MAI.
A voi THE AVENGERS 10.

Primo numero del 2013 per il mensile del supergruppo principale del Marvel Universe e per l’occasioneThe Avengersci presenta le solite 4 storie. Supremazia Kree (legataal maxi-evento AVX) continua a seguire le gesta dei Vendicatori che Capitan America ha spedito nello spazio per rallentare l’avanzata della Fenice verso la Terra; Hulk scatenato! è invece la quarta parte di AvengersAssembled: in appendice, il terzo capitolo della spy-story con Capitan America e Occhio di Falco come protagonisti, nonché uno nuovo della serie Vendicatori: Origini, incentrato sui fratelli mutanti Quicksilver e Scarlet.
Ma senza ulteriori indugi entriamo nel vivo, con Supremazia Kree. Dopo il tradimento del Protettore ai danni della squadra (composta da Ms.Marvel, Thor, War Machine, Bestia, la Visione, Valchiria e Capitan Bretagna), che ha trafugato il loro ampione di energia della Forza Fenice, i nostri si ritrovano su un’astronave puntata verso un’enorme stella: riusciranno a salvarsi soltanto grazie all’intervento del dio asgardiano. 

sabato 26 gennaio 2013

IRON MAN E GLI AVENGERS 58

Un saluto più che cordiale dal vostro Mozzo preferito! Siete anche voi, proprio come noi sul ponte dell'ammiraglia Fumetto, tutti intirizziti e coperti di neve?
Se sì, fortunatamente il nuovo sole di una luccicante recensione targata Marvel è arrivato a scaldarvi!
Fuoco alle polveri!!!

Il potere è il motore più forte di tutti. Il potere di cambiare il mondo, di creare, di distruggere... e il potere di editare malissimo un albo!
A voi IRON MAN E GLI AVENGERS 58.

Ed eccoci nuovamente a commentare le gesta del nostro Uomo di Ferro preferito, in un numero che purtroppo ci presenta soltanto 4 storie; la prima, dedicata ad Iron Man, contiene la terza parte de La lunga discesa, la seconda e la terza (intitolate Quello che vuole il cuore) sono invece incentrate sull’Accademia Vendicatori e il maxi-evento AvX-Avengers VS X-Men: in appendice troviamo poi la quarta parte di Iron Man: la Fine (che come sapete non seguo con particolare attenzione).

Ma basta indugi e buttiamoci nell’analisi del nuovo episodio de La lunga discesa… che avrà per la prima volta in toni poco lusinghieri. Andiamo con ordine; dopo aver ufficialmente rinunciato al ruolo di Iron Man, Tony Stark si sta muovendo per contrastare i malvagi piani del Mandarino utilizzando il suo migliore amico Rhodey Rhodes (che il mondo crede deceduto), dotandolo di un’armatura del tutto nuova e potente e incaricandolo di fermare l’ennesimo supercriminale potenziato, Firepower; intanto Spymaster, rivelata la propria copertura, aggredisce Bethany Cabe e il resto del direttivo della Stark Resilient: a Mandarin City, infine, il Mandarino ordina a due superpotenziati Distruttore e Chemistro di eliminare Tony Stark privo di mezzi di difesa… ma viene interrotto da un Zeke Stane pronto alla pugna.

mercoledì 23 gennaio 2013

BRENDON 88 - Il crepuscolo degli dei

Nuovo giorno, nuovo fumetto, nuova lettura, nuova avventura...insomma, il mare della china, l'ammiraglia Fumetto, il progetto Chinauti, non stancano mai.

BRENDON 88
Il crepuscolo degli dei
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Andrea Fattori
Lettering:  Valentina Pejrano

Più che la storia di Brendon questa è la storia di Igraine Lancaster e di Thunder Kane, due anime perdute. Due individui persi nel loro passato, legati ad una storia comune, che sacrificano tutto a questo idolo (i loro ricordi passati) e che non riescono a vivere il loro presente. Non riescono a vivere la loro realtà, per quanto difficile e faticosa, perché continuamente sono proiettati ad un passato che non c’è più. Brendon è quasi un comprimario. È vero che poi gli eventi prendono il via a partire dalle iniziative di Brendon, ma, in una certa qual misura rimane esterno alla storia.

lunedì 21 gennaio 2013

THE WHEEL OF TIME - EYE OF THE WORLD




"La Ruota del tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l'Epoca che lo vide nascere. In un'Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un'Epoca ancora a venire, un'Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò fra le colline. Il vento non era l'inizio. Non c'è inizio nè fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio." - 
La ruota del tempo - Robert Jordan

E come la ruota gira sul mondo creato da Jordan, così la sua opera continua a essere rivista continuamente.

Dopo l'immensa saga fantasy, ormai giunta al suo ultimo volume appena pubblicato grazie agli sforzi di Brandon Sanderson, possiamo gustare il mondo e le avventure di Rand al'Thor grazie alla Dynamite (http://www.dynamite.com). Per ora la saga è da gustarsi in lingua originale...ma confidiamo tutti nel buon cuore di qualche pia casa editrice italica.

L'avventura calca molto bene i principali passi del primo libro della ruota del tempo. I personaggi sono caratterizzati bene (splendido Elyas Machera e i suoi lupi) e tutte le macro svolte narrative sono curate.

IL COMMISSARIO SPADA: volume 01

L'ammiraglia fumetto è arrivata, pochi giorni fà, in vista dell'isolotto della Black Velvet, e si è fermata al largo perchè attirata da strani fenomeni simil portali dimensionali da cui fuoriscivano onde di energia fluttuante spazio temporale. Un fenomeno tipico nel mare di china, ma comunque curioso. Achab, il nostro capitano, mi ha ordinato di salire su una scialuppa ed andare ad investigare. Quello che ho trovato? Un varco dimensionale. Eh sì. Sono tornato per poco tempo, indietro nel tempo...43 anni indietro nel tempo...che esperienza gente.

IL COMMISSARIO SPADA 1
Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Gonano
Disegni: Gianni De Luca

Con questo fumetto (che mi è stato prestato da Alberto, grazie Alberto!) sono successe diverse cose: la prima è che ho conosciuto un autore italiano, italianissimo, di cui non sapevo pressochè nulla, Gianni De Luca. Maestro del fumetto dall’arte grafica dinamica e sequenziale in maniera del tutto particolare (cercate la trilogia shakesperiana “Romeo e Giulietta”, “Amleto” e “La tempesta” per capire cosa intendo. Credo che in queste storie la sua particolare arte narrativa raggiunge livelli notevoli. Provare per credere; date un'occhiata in fondo). La seconda cosa è stata un’immersione nel mondo degli anni ’70. Si si, avete letto bene (e non ci sono errori di battitura), c’è proprio scritto anni ’70. Stiamo parlando di 43 anni fa. Le storie pubblicate su questo, e sui numeri che seguiranno, sono state pubblicate sul mitico Giornalino, a partire dal 1970. Vi sembrerà folle ed esagerato (ma poco importa), ma con questo fumetto si respirano davvero le atmosfere di un’Italia che sembra lontana anni luce da noi (e forse è proprio così), ma di cui tutti noi, in qualche modo, siamo i figli.

giovedì 17 gennaio 2013

DAMPYR 153

Dopo tanto parlare di supereroi, di mondo Marvel, di AVX, parliamo un poco di casa nostra con questo numero di Dampyr, che a modo suo parla di anche lui di supereroi. Eh si, parla di ragazzi che hanno fatto la guerra di trincea, che si sono ritrovati catapultati, come insignificanti protagonisti della Grande Guerra.



DAMPYR 153
Terra di nessuno
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Alessandro Bocci
Lettering: Luca Corda

Una storia davvero toccante, una di quelle che fanno bene al fumetto italiano, e prima ancora fanno bene agli amanti delle storie. La terra di nessuno è quel fazzoletto di terra, lungo chilometri e chilometri e largo a volte anche solo poche decine di metri, che i separa i soldati di una trincea dai nemici nell’altra. La terra di nessuno. Scopriremo in questa storia che forse, invece, quel fazzoletto di terra non è proprio di nessuno. Ma non anticipiamo i tempi; proviamo ad andare con ordine.
La storia mi ha colpito per le atmosfere, i puntualissimi cambi di ritmo e di orizzonte temporale, per i disegni (una grandissima prova di Alessandro Bocci), per il fatto che alla fine i nostri protagonisti, Harlan e Nicolahus sembrano due lettori in una biblioteca che voltano pian piano le pagine di un vecchio libro polveroso. Penso che non esagero se vi dico che è una storia di avventura, una storia alla Bonelli, intendendo con questo, una di quelle storie che abbiamo imparato a conoscere e leggere negli anni. Nik, nel suo passato, nella sua lunga storia, ha amato (possiamo dirlo) forse solo una donna, Madame de Thèbe, al secolo Matylda Prusova. A questa donna Nik promise che avrebbe ritrovato il figlio, Zdenek, partito per la guerra e mai tornato. In questo numero di Dampyr, grazie ad Harlan, riuscirà, dopo tanto tempo, a portare a termine il compito.

La storia di dipana tra i vecchi vicoli del ghetto di Praga, rievocati da Nik, alle le trincee sul fronte di Ypres (dove tedeschi, francesi e inglesi si scontrarono duramente), tra Monaco e le sue atmosfere universitarie e un piccolo castello in Francia, dove venivano “rinchiusi” coloro che erano stati sfigurati durante la guerra e non avrebbero avuto modo di integrarsi nuovamente nella società. Non credo sarebbe giusto raccontarvi della trama e di quello succede nella storia, non sarebbe, in qualche modo, giusto. Credo che molto più onesto sia consigliarvi di leggerla. Anche se non avete mai letto Dampyr. Davvero, leggetevi questa storia e non ne sarete delusi.

martedì 15 gennaio 2013

HULK E I DIFENSORI 7

Un caloroso saluto a tutti i clandestini che bazzicano la nostra ammiraglia del fumetto!
Io sono il Mozzo e questo è il fumetto di cui volevo parlarvi quest'oggi... buona lettura e alla prossima recensione!!!
  
Possono due facce della stessa medaglia staccarsi l'una dall'altra definitivamente?
Può un ex-generale dell'esercito statunitense combattere uno spirito maligno e un gruppo di vampiri?
Può un uomo in cerca di vendetta scatenare una guerra tra due staterelli africani?
Scoprite la risposta nel nuovo numero di HULK E I DIFENSORI!!!

Numero zeppo di storie per il nostro “arrabbiatissimo” mensile, con ben 5 vicende da leggere e gustare. Partiamo con quelle dedicate al Gigante di Giada, l’Hulk classico, che termina il lungo arco narrativo di Hulk contro Banner e ne inizia uno tutto nuovo con Solo; si prosegue poi con altre due vicende, questa volta dedicate all’Hulk Rosso, ovvero le prime due parti di Hulk Infestato: si conclude l’albo come al solito con i nostri amici Difensori e con il loro nuovo episodio dal titolo Felini!.

Ma andiamo con ordine e iniziamo a parlare del nostro amatissimo Hulk verde pisello! La quarta parte di Hulk contro Banner inizia esattamente dov’era finita la precedente, ovvero con l’esplosione della bomba gamma del folle Banner; se l’agente segreto Amanda Von Doom e la sua squadra fuggono dall’isola in tempo per evitarla, Hulk e lo scienziato pazzo rimangono: quest’ultimo muore quindi consumato dalle potenti energie liberate, mentre il primo non subisce alcun danno (apparentemente…) al di là della perdita di qualsiasi pelo su tutto il corpo! Ecco quello che accade in questo ultimo episodio: Banner muore.
Purtroppo non ci sono molti altri colpi di scena veri e propri e anche sotto l’aspetto del ritmo non notiamo momenti di particolare tensione (oltre a quello in cui esplode la bomba); Jason Aaron sembra voler tralasciare le sequenze d’azione in favore di un’introspezione un po’ più marcata nei confronti del Gigante di Giada, ma ci riesce sì e no. Buoni comunque gli spunti narrativi che lascia un po’in ogni pagina: leggendo la storia si ha la nettissima sensazione che Amanda Von Doom, la sua squadra e il Dottor Destino compariranno ancora sulle nostre pagine… interessante anche l’ultima tavola, che mette in dubbio la convinzione che di Banner, nella mente di Hulk, non sia rimasto proprio nulla.
E questa convinzione diventa terreno fertile per il colpo di scena dell’episodio successivo, Solo; risolto il “problema Banner”, Hulk si ritrova finalmente libero di vivere la propria vita ma scopre che nonostante possa fare ciò che desidera non trova la pace anelata da tempo: quando incontrerà She-Hulk Rossa, desiderosa di risposte in merito alla morte dell’ex-coniuge, tra i due saranno botte da orbi… ma ci sarà anche spazio per la passione e per una sorta di “ritrovarsi” sentimentale tra i due.
Sembrerò schizofrenico, ma non posso non ribaltare il giudizio appena dato ad Aaron, in questo caso. Azione, passione, pugni sul muso, macchine che volano ovunque, dialoghi taglienti, tristezza, solitudine, supereroine muscolose e dalla pelle rossa che si strappano i vestiti… davvero tutto ben gestito!!! Divertente anche l’utilizzo di un personaggio come l’Occhio (imbranato supercattivo), che ci permette di distendere un po’ i nervi dallo scontro dei due Hullk. Ah, il colpo di scena finale, giusto! Non appena Hulk e She-Hulk Rossa terminano il proprio “incontro/scontro”, il nostro amico verde si addormenta… per poi risvegliarsi pochi istanti dopo trasformato nuovamente in essere umano!
Ultimo appunto per quanto riguarda i disegni. Molto buono questa volta Whilce Portacio, che non so che cosa abbia fatto di diverso rispetto ai capitoli precedenti di Hulk contro Banner ma in questo caso mi è piaciuto molto di più… e un grande applauso a Jefte Palo: i disegni di Solo, molto “cartooneschi”, sono semplicemente azzeccati e molto ben dettagliati!





Ma spostiamoci cromaticamente per andare a discutere delle prime due parti di Hulk Infestato e del nuovo arco narrativo di Rulk, ovvero l’Hulk Rosso. Il Gigante di Rubino ha questa volta a che fare con un’entità mistica che si è legata a lui durante un viaggio all’Inferno (descritto in un albo uscito… prima che io iniziassi a leggere le sue storie!) e per liberarsene chiede aiuto al Dottor Strange: si metterà quindi alla ricerca di una magica fonte capace di mondarlo, entrando in rotta di collisione con il gruppo di “vampiri buoni” conosciuti come i Perdonati (e cari ai lettori del mensile GLI INCREDIBILI X-MEN).
Il mio interesse per le storie legate alle arti occulte supera anche la genetica diffidenza verso Rulk: davvero complimenti a Jeff Parker, che ha confezionato due episodi scorrevoli, intriganti e ben gestiti.
E’ interessante vedere un Rulk quasi impotente davanti a qualcosa con cui non può interagire a livello fisico, costretto a entrare in un territorio in cui essere predatore si rivela estremamente difficile… speriamo che Parker porti avanti queste premesse con la stessa intensità vista in questi primi episodi!
Per finire un sonoro “Wooow” per i disegni di Carlo Pagulayan, che si dimostra capace di rendere tutta la folta schiera di creature soprannaturali come vampiri, spiriti e zombie in modo molto dettagliato, allo stesso modo dei diversi superumani che vengono presentati (Machine Man e le sue trasformazioni sono davvero degne di nota).



In chiusura adiamo a parlare dei Difensori, che ricordiamo essere Iron Fist, Dottor Strange, Namor, She-Hulk Rossa e Silver Surfer e che questa volta si ritrovano un po’ sacrificati in senso di spazio. Il gruppo dell’impossibile è a caccia del misterioso e sfuggente John Aman, reo di aver ucciso diversi compagni di Iron Fist e deciso a impedire loro di analizzare il cosiddetto “motore Concordance”, un marchingegno con poteri sovrannaturali; in questo numero il gruppo raggiunge il Wakanda, stato africano controllato dall’attuale Pantera Nera (T’challa) e dalla principessa Shuri (anche lei una Pantera Nera) che confina con quello in cui dimora Aman: quest’ultimo arriverà ad attaccarli sul sacro suolo wakandiano, mettendo in serio pericolo la vita di T’challa… in tutto questo anche la Gatta Nera (abilissima ladra) raggiunge l’Africa in cerca di un misterioso artefatto posseduto proprio da Aman.
Matt Fraction. Ciao, sono un tuo giovane lettore. Ti prego, lo so che ti diverti come non mai a sceneggiare i Difensori… ma ora datti una calmata, ok?! Perché quel che è riuscito a darmi più di ogni altra cosa questo nuovo capitolo… è il mal di testa! Non dico sia una brutta storia (è Matt Fraction, dai!), ma a ogni numero triplicano i misteri occulti, gli artefatti magici, le organizzazioni segrete e chi più ne ha più ne metta… davvero non so dove voglia andare a parare il buon vecchio Matt, ma sono così colmo di fiducia in lui che non vedo l’ora di scoprirlo!
Reparto tecnico: nulla da eccepire! Terry Dodson continua, a mio avviso, a portare avanti un ottimo lavoro per quanto riguarda i disegni, con personaggi sempre più espressivi e scene d’azione intricate, movimentate e caotiche (ma comunque definite).

lunedì 14 gennaio 2013

FANTASTICI QUATTRO 339

Cari amiri dell' ammiraglia Fumetto, la nostra nave che solca i mari della china a vele spiegate, state bene? Io sì, soprattutto dopo aver letto questo numero dei fantastici quattro e di cui vi parlerò tra pochissimo. Ci tengo solo a dirvi una cosa: numero bellissimo e raccomandatissimo!!!

FANTASTICI QUATTRO 339
Assoluto protagonista di questo numero: Johnny Storm, alias la Torcia Umana! Due storie dedicate a questo esuberante, casinaro, imprevedibile personaggio, “morto” non molto tempo fa nella zona negativa di Annihilus, e tornato indietro dalla stessa come suo signore e padrone.
Se voi tornaste indietro dalla zona negativa quale sarebbe una delle prime cose che fareste? Trovarvi una casa? Ma certo! Nel numero scorso sul finale abbiamo visto Johnny auto-invitarsi a casa del suo grande amico Peter Parker, alias l’Uomo Ragno. Nella prima storia scopriremo come sta andando…preparatevi ad un viaggio incredibile…

L’esperimento coinquilino
STORIA: Jonathan Hickman
DISEGNI: Nick Dragotta
COLORI: Chris Sotomayor
LETTERING: Claudia Sartoretti
…un viaggio incredibile nelle difficoltà in cui si è ritrovato Peter, per il solo fatto di avere la Torcia Umana in casa. Difficoltà che vengono sottolineate con un azzeccatissimo uso delle didascalie. L’escalation emotiva e distruttiva degli appunti che l’Uomo Ragno si lascia, come compiti da svolgere, è usato con ironia e sapienza. Nelle prime scene ritrovare Johnny in mutande con il grembiule che prepara la colazione e rivanga le prodezze della sera precedente è impagabile. Lo sgabuzzino diventato un portale (ad insaputa di Peter ovviamente) per la Zona Negativa, genere un simpatico siparietto. Festona incredibile con una marea di gente organizzata da Johnny…a casa di Peter. Non vi dico nulla sul finale, che è qualcosa di apocalittico…vi dico solo che viene coinvolto Annihilus. Ragazzi, davvero, prendete questo numero e leggetelo, vale la pena anche solo per questa storia. Ottimo l’impianto dei disegni, delle chine, e dei colori, anche se la vera forza di questo racconto risiede nella sceneggiatura di Hickman, tagliente, irrisoria, simpatica, dal ritmo incalzante quando serve. Ottima, davvero ottima!

Qual è l’opposto di una gita scolastica
STORIA: Jonathan Hickman
DISEGNI: Nick Dragotta
COLORI: Chris Sotomayor, Sotocolor
LETTERING: Claudia Sartoretti
Johnny Storm non è solo un coinquilino che crea qualche problema all’Uomo Ragno, è anche un membro dei F4 e come tale, quando non ci sono gli altri membri della squadra, uno dei suoi compiti è quello di insegnare ai giovani della Fondazione Futuro. Da segnalare che uno dei talpoidi la sera prima ha preso parte alla festa organizzata da Johnny, di cui abbiamo parlato prima; e qui, a scuola, si presenta con occhiali da sole ed una maglietta arancio con la scritta “I party with Johnny”. Troppo forte.  Un’inizio di lezione che ricalca l’atmosfera della storia precedente, ma alla prima difficoltà, non sapendo bene come cavarsela e colendo eludere il problema Johnny organizza una gita. Dove portereste dei ragazzi in gita? La Zona Negativa? Ma certo, la stessa idea della Torcia! Ovviamente i ragazzi della Fondazione Futuro si dimostrano più maturi e dotati di senno del nostro Johnny. Arrivati nella Zona Negativa Johnny viene avvisato di un insurrezione. I suoi generali si sono barricati in una città e vogliono libere elezioni per stabilire chi governerà la Zona. Jonnhy accetta…il risultato delle elezioni sarà imprevedibile.
La storia è intervallata con quella del resto della squadra che grazie al piccolo Franklin ed al grande Franklin del futuro, stanno stabilizzando il sole di Hala…una cosa da poco, come siamo abituati. Poi ecco lo spunto per storie future: il Franklin del futuro parla con Freccia Nera, capo degli inumani. Eh sì, avete capito bene, parla con Freccia Nera e ascolta le sue parole (ma quanto è potente Franklin?). Vedremo un ritorno degli Inumani sulla terra?

Avventure in rosso
STORIA: Jonathan Hickman
DISEGNI: Ron Garney
COLORI: Jason Keith
LETTERING: Claudia Sartoretti
Troviamo il nostro gruppo preferito alle prese con un’avventura tipica per loro: mondo ostile, mostri che non vedono l’ora di papparsi il gruppo, attrezzatura al limite dell’immaginabile, scontri, ironia, amicizia. La missione è molto semplice. Individuare il bersaglio e rimuoverlo con cura. Niente di più, niente di meno. Capiamo solo sul finale che i nostri amici stanno rimuovendo un tumore. Il loro amico e postino, figura secondaria, che però accompagna il nostro super gruppo dagli inizi (vi ricordate il film dei F4, Stan Lee recita  proprio di Willie Lumpkinm nel suo cameo) si è ammalato e sembra non esserci più nulla da fare. I F4 allora prendono la situazione in maro. Tecnologia in grado di mignaturizzare, buona dose in gradi di coraggio e di incoscienza, accompagnata dal grande senso di amicizia. Ecco la storia.

Un gran bel numero. Non c’è molto altro da dire. Si potrebbero sprecare parole, per voli pindarici, elucubrazioni mentali, segnalazioni di citazioni di film, etc. Ma tutto ruoterebbe intorno a questo: questo numero dei F4 è davvero bello! Consigliatissimo!

Alcune immagini:











i S m A e L e

martedì 8 gennaio 2013

AVX - VERSUS...

... o come imparerete anche voi a chiamarlo: MVI

Che dire cari amici, con questo post apriamo una nuova rotta del mare della china. Nel caso non lo sapeste ancora, i due membri dell’equipaggio, Il mozzo e Ismaele, non hanno mai nascosto le loro preferenze in ambito Marvel. Il mozzo è ciecamente schierato dalla parte dei Vendicatori, mentre Ismaele lo è, in maniera imbarazzante, dalla parte degli X-Men. Ora che è scoppiata la guerra tra i due gruppi e ora che la Marvel ha pubblicato AVX – Versus (fumetto che presenta di volta in volta 4 scontri tra Vendicatori e X-Men) vi proponiamo quanto segue:

MVI (il Mozzo Versus Ismaele)



ROUND 1 - IMPRESSIONI GENERALI

IL MOZZO: La prima cosa che mi ha lasciato enormemente soddisfatto è la copertina, niente di che, è vero... ma è disegnata da Adam Kubert, che è in assoluto uno dei miei autori preferiti! Parlando in generale, ho abbastanza gradito il volume e sono curioso di vedere come saranno gli altri... ma il punto è che sto parlando da "fan": è un albo rivolto ai fan del Marvel Universe, anche di vecchia data per certi aspetti, condito con tanto colore, tanta azione e tanta ignoranza. Come "critico" (che brutta parola!) non è che salvi poi molto;  fosse stato un progetto pensato in un altro modo avrebbero dovuto rivedere tutti gli scontri, che non sono gestiti al pieno delle loro possibilità e in alcun casi anche in modo un po’ ridicolo... ma tant'è. In definitiva, se lo si legge spegnendo l'area cerebrale relativa alla decenza può piacere. Ah, le didascalie con le curiosità. Eh, questa volta devo darti ragione, caro Ismaele: INSOPPORTABILI!

ISMAELE: Inizio queste righe facendo la seguente premessa… sarò critico! Un progetto come questo avrebbe dovuto essere sfruttato molto ma molto meglio, senza liquidare gli scontri con una decina di pagine, in alcuni casi anche molto ridicole. Per contro ho gradito molto l’atmosfera retrò e picchiaduro, con battute, sfottò, e spiegazioni di quello che uno sta realizzando nel bel mezzo della scazzottata. Se però vuoi realizzare una storia tutto cazzotti e poco altro, allora mi aspetto che si punti su delle belle tavole dinamiche, cosa che almeno in questo primo numero non si è riusciti a fare. Per quanto riguarda le didascalie…INSOPPORTABILI e per certi versi mi permetto di dire RIDICOLE.

ROUND 2 - IRON MAN VS MAGNETO
STORIA: Jason Aaron
DISEGNI:
Adam Kubert
COLORI:
Molly Hollowell

IL MOZZO: Un grosso BOH per Jason Aaron. Fico, per carità, perché vedere due personaggi di peso combattere l'uno contro l'altro è davvero gustoso... ma lo scontro non riserva particolari colpi di scena: è tutto gestito troppo in fretta e ammetto senza alcuna vergogna di non aver del tutto compreso gli stratagemmi tecnologici di Iron Man. Interessanti i dialoghi e le didascalie di pensiero dei due personaggi, credo in definitiva l'unico motivo per cui salvo lo scontro... oltre alla tamarria, che in 10, dico DIECI, pagine sorre davvero a fiumi! Se ti stai chiedendo se da fan sfegatato di Iron Man ho goduto nel vederlo direzionare il magnetismo di Giove l'ho fatto, ma anche nel vedere Magneto costruirsi una sorta di "armatura" con le macerie di Utopia! Come già detto prima, le matite di Kubert mi fanno impazzire: non c'è verso, potrebbe disegnare anche fiorellini sui fazzoletti di carta e io starei ore a guardarli. Ultimo appunto: mi è piaciuto il finale (ma ho dovuto rifletterci un po' su). Il fatto che anche un personaggio come Magneto sia schiacciato dalla grandezza della Fenice è qualcosa di davvero inquietante.

ISMAELE: Uffa, non posso essere d’accordo con quel venduto ai vendicatori del Mozzo! E invece è proprio così, per certi versi. Delle quattro storie presentate in questo volume, questa è quella che in assoluto mi è piaciuta di meno. Salvo la prima tavola e la seconda tavola; la prima fatta solo di didascalie in cui Magneto scopre che l’armatura di Ironman non è fatta di metallo e la seconda con Magneto che solleva una delle torri di Utopia e la scaglia contro Ironman. Da fan degli X-Men vi dico in tutta sincerità che non si può proprio vedere Magneto che si costruisce un’armatura con i detriti di Utopia: ma daiiiiiiiiii! Va bene l’atmosfera retrò, ma mannaggia, non si può davvero vedere!!! Da sorvolare tutta la parte centrale dello scontro. Interessante il finale, come sottolineato dal mio avversario. Attenzione alla frase di Magneto “chiamate mia figlia Wanda”… vedremo cosa succederà!

ROUND 3 – LA COSA CONTRO NAMOR
STORIA: Kathryn Immonen
MATITE:
Stuart Immonen
CHINE:
Wade Von Grawbadger
COLORI:
Jim Charalampidis

IL MOZZO: Oh, si. Sarà perché ho impiegato del tempo a farmi piacere La Cosa, sarà perché ho sempre avuto una particolare attrazione verso i supereroi legati all'acqua (devo ancora capire il motivo!), sarà quello che vuoi... ma questo è davvero un bello scontro: mi sono divertito, emozionato e appassionato. E brava Kathryn Immonen! Il valore dei dialoghi è un po' altalenante, e in alcuni punti li trovo troppo carichi; si potrebbe reputare interessante il fatto che abbia comunque voluto sottolineare i pensieri della Cosa mentre combattono in acqua, ma secondo me rallenta l’azione: il combattimento è gestito molto bene (anche grazie alle matite dell'altro Immonen, che trovo molto efficaci) e riempirle di dialoghi le stempera un po' secondo me. Lo sviluppo dello scontro mi piace parecchio e il risultato finale è abbastanza inaspettato (in acqua, Namor dovrebbe essere invincibile), ma COME la Cosa trionfa mi è sembrato un po' troppo raffazzonato: capisco che con quelle due enormi zanne non l'avrebbe mai infilzato... ma avrebbe potuto fare qualsiasi altra cosa! Ultimo appunto: tamarria e "realismo" sono ben gestiti, qui, e concorrono al fluire della storia. Vedere La Cosa frenare la caduta in acqua con un pezzo dell'Elivelivolo sotto i piedi come fosse una tavola da surf è semplicemente fantastico. (Ah, non dovrei dirtelo, ma speravo vincesse Namor!)
ISMAELE: Bello scontro carico di botte, dialoghi e ironia! Il fatto che i due anche in acqua continuino a parlare (Namor per davvero e la Cosa con i pensieri) mi è piaciuta molto e devo essere sincero, non l’ho trovata pesante, anzi. Vi segnalo alcune chicche: la prima è senza dubbio la tavola centrale quando Namor attacca La Cosa urlando “Imperius Rex” e La Cosa risponde con il suo grido di battaglia “E’ tempo di distruzione” che però sott’acqua esce fuori grosso modo così “Aarrrghhhhh”. La seconda chicca è quando Namor alla fine di un dialogo termina il suo baloon con “una proposta” e La Cosa gli dice che se ancora non lo avesse capito nessun membro dei Fantastici Quattro ha intenzione di sposarlo; elegante e ironica citazione agli anni in cui i F4 avevano Namor come nemico (e nelle quali chiese più volte a Sue Storm, la Donna Invisibile, di sposarlo). Altra citazione è quando sempre Ben Grim, sfruttando l’intervento del mostro marino nello scontro sottolinea come Namor abbia sempre fatto fatica a tenere il suo pesciolino a posto; anche questo ironico riferimento al ruolo di Namor nelle storie degli X-Men (macho, latin lover, e chi più ne ha più ne metta!). Chiudo confidandovi, che al contrario del Mozzo, sono contento abbia vinto La Cosa. Eh allora? Sono un grande estimatore dei Fantastici Quattro!

ROUND 4 - CAPITAN AMERICA CONTRO GAMBIT
STORIA/MATITE: Steve Mcniven
CHINE:
John Dell
COLORI:
Molly Hollowell

IL MOZZO: Credo il punto più basso di tutto il volume (e peccato, perchè Steve McNiven è sempre ottimo). Io capisco tante cose; capisco che Gambit non è un personaggio che possa rivaleggiare con molti Vendicatori, che è molto fico e per uno scontro uno contro uno è perfetto... ma con Cap?! Davvero?! Cioè credono veramente che vedere il capo di uno dei due schieramenti che liquida con facilità (si è solo rovinato il costume!) un membro minore della fazione opposta sia fico da vedere? Io ho trovato il tutto parecchio privo di senso... come se mettessimo a combattere, per dire, Ciclope e Squirrel Girl (la baby-sitter dei Nuovi Vendicatori)! Ma comunque l'hanno fatto, me lo sono dovuto leggere e un paio di cose positive le ho trovate: ovvero la gestione delle scene di azione e l'equilibrio con i dialoghi. Si vede che è una storia sceneggiata da un disegnatore; i dialoghi sono estremamente fluidi e rapidi, un po' come i colpi che si lanciano i due personaggi e nel complesso se si guarda soltanto il combattimento è una storia ben gestita. Nonostante vada pazzo per i combattimenti in cui c'è Cap (e Gambit sia uno degli X-Men che mi piacciono di più), non posso salvare questa tristezza cosmica di storia... soprattutto per il finale. Un pugno?! Vabbè che è Cap e che è più forte di un essere umano qualsiasi... ma sei un X-Men, dai!!!
Ultimo appunto: nessuno. Non trovo niente su cui fare un ultimo appunto, e questo la dice lunga.

ISMAELE: Ehi Mozzo, hai detto che Gambit è un personaggio minore? Hai detto che far rivaleggiare il capo di uno dei due schieramenti con Gambit suona un poco ridicolo? Hai veramente detto che far finire la scazzottata con un singolo pugno da parte di Cap suona vagamente ridicolo? Ti dò ragione.
Questa storia si salva solo per la parte dei disegni, davvero belle le scene di lotta: rapide, taglienti e incisive. Credo di non avere null’altro da dire, a parte sottolineare ancora una volta l’arroganza di Capitan America che non smette nemmeno di parlare al cellulare via auricolare con Tony Stark mentre combatte.

ROUND 5 - COLOSSO VS UOMO RAGNO
STORIA: Kieron Gillen
DISEGNI:
Salvador Larroca
COLORI:
Jim Charalampidis

IL MOZZO: Questo è quello che voglio da un fumetto del genere. Personaggi caratterizzati nel modo giusto, esplosioni, muscoli tesi, battute, Doombot, effetti sonori a tutta striscia o pagina... questa è l'anima del fumetto commerciale, secondo me, e questo è in assoluto lo scontro migliore dell'albo! A parte i disegni di Salvador Larroca che in questo caso sono semplicemente impeccabili, anche la gestione dello scontro di Kieron Gillen è ottima: i personaggi fanno quello che dovrebbero fare in perfetto accordo con le loro personalità, i dialoghi dell'Uomo Ragno (seppur lunghi) non stancano tanto sono brillanti e divertenti e anche Colosso ha una sua profondità psicologica. Pur essendo di poche parole, infatti, sa che volendo ucciderebbe il Ragnetto con una certa facilità ma non vuole perdere il controllo: gli ordini erano di trattenere la squadra dei Vendicatori che sarebbe arrivata a Latveria e lui li porta a termine in modo impeccabile (cosa che, poi, rende il finale non nettamente risolutivo molto più sensato di quello della prima o della seconda storia!). Veramente 10 pagine gestite in modo impeccabile... una goduria!
Ultimo appunto: la strizzata d'occhio ai fan di vecchia data, che hanno già visto un gran numero di volte lo scontro Supermuscolo/Spidey, è semplicemente geniale!!!

ISMAELE: Altro scontro molto bello. Forse ancora più bello del secondo! I due personaggi mi sono piaciuti proprio: taciturno e picchiatore Colosso, ciarliero e saltimbanco l’Uomo Ragno. Questo, unico scontro vinto dalla fazione X-Men, è gestito in maniera egregia sia dal disegnatore che dallo sceneggiatore. Dialoghi ottimi. Mi è piaciuto molto il fatto che l’Uomo Ragno sottolinei come la sua tattica contro il Fenomeno è ormai collaudata, ma ora il Fenomeno è Colosso e non è la stessa cosa: l’onda sonora prodotta dalle mani di Colosso che stordisce l’Uomo Ragno è geniale. Una storia semplicemente degna di nota.
Ecco come in poche pagine si può far respirare l’atmosfera di storie del passato, senza renderle ridicole, ma in qualche modo attualizzandole, mantenendo la caratterizzazione dei personaggi e rendendo la storia davvero gradevole. Un plauso! Anche due!

Ed ecco che si conclude la prima di queste “recensioni in tandem”, o per meglio dire “scontri cartacei”, tra il Mozzo e Ismaele (che sperano vivamente di non avervi annoiati ma anzi incuriositi e divertiti)! Per ora il risultato si attesta su un netto vantaggio (3-1) per gli Eroi più potenti della Terra, ma com’è ovvio i Figli dell’Atomo sono tutt’altro che privi di risorse: questo era il primo numero di AVX-Versus e nient’altro che una serie di battaglie all’interno di una guerra ben più ampia e appassionante.

Un saluto a tutti, e…

Al prossimo AVX-Versus!

i L   m O z Z o   E   i S m A e L e

lunedì 7 gennaio 2013

SUPERMAN - RED SON di Mark Millar, Dave Johnson e Kilian Plunkett

Un enorme saluto dal Mozzo, che reduce dai festeggiamenti di fine anno e befaneschi ritorna sull'ammiraglia fumetto con una nuova recensione, tutta da gustare!
Spero vi possa interessare: buona lettura!!!
 
Una navicella spaziale giunge sulla Terra direttamente da un mondo morente, portandovi un bambino che i raggi della nostra stella gialla rendono capace di imprese straordinarie.
Egli è Superman… ma questo non è il Kansas, quella non è Metropolis e nemmeno l’America.
Questa è l’Ucraina, quella è Mosca… e questa è l’Unione Sovietica! Per il Patto di Varsavia!
La vicenda narrata in Superman-Red Son fa parte di quella collana della DC Comics che racconta storie ipotetiche che non sono avvenute nella continuity generale, ma che avrebbero potuto accadere se solo le cose fossero andate in modo più o meno differente: questi sono gli Elsewords.
In questo specifico Elseword Mark Millar, Dave Johnson, Kilian Plunkett e Paul Mounts (questi ultimi tre rispettivamente ai disegni, i primi due, e ai colori, l’ultimo) ipotizzano che la navicella kryptoniana che ha portato Superman sul nostro pianeta sia precipitata non nella campagna del Kansas, ma in quella dell’Ucraina: l’Uomo d’Acciaio non diventa quindi il paladino dell’America e dei suoi interessi, ma dell’Unione Sovietica e del socialismo negli anni della guerra fredda. La sua presenza nel mondo andrà a cambiare drasticamente il corso degli eventi storici, portandolo a incontrarsi/scontrarsi con diversi personaggi del DC Universe (come Batman, Wonder Woman, Brainiac, Lanterna Verde, Lois Lane e ovviamente Lex Luthor), fino a uno dei finali più inaspettati che io abbia mai letto: krypton non è altro che la Terra di un futuro lontano e tutta la vicenda si rivela essere un paradosso temporale senza via di uscita! F-a-n-t-a-s-t-i-c-o!!!
Come ho detto in almeno un’altra recensione, adoro le “storie ipotetiche” tanto da quasi sospendere la mia capacità di giudizio; quel che proprio non sopporto, però, sono quelle storie ideologicamente schierate  con un tema centrale che più bidimensionale non si può: obbiettivamente, con una vicenda con protagonista Superman e ambientata negli anni della guerra fredda, il rischio di scivolare in una narrazione simile non era così lontano. Ma Millar è uno che il suo lavoro lo sa fare molto più che bene e fortunatamente ha evitato il baratro con un’agile balzo… che si sostanzia nel fatto che Superman-Red Son (almeno secondo me) non parla affatto della guerra fredda; il conflitto tra America e Russia è si sempre presente, ma smette di essere tema portante dopo il primo capitolo: in questo modo, e grazie a un equilibrio perfetto nella descrizione dei personaggi e nello sviluppo narrativo, Millar non permette al lettore di schierarsi a favore di nessuno dei due schieramenti.
 

Ma quindi qual è il vero e proprio tema principale della vicenda? Quello “solito”, ovviamente, ovvero come la presenza nella società di uno o più superuomini la cambi in ogni suo aspetto e non sempre in meglio. Nel corso dei tre capitoli di cui si compone il volume, infatti, osserveremo ben tre incarnazioni del superuomo: quello “classico” che si prefigge di salvare il mondo ma capisce che non può farlo rimanendo confinato nelle sue regole, quello più moderno che decide di prendere le redini di una parte di questo mondo ma che continua a scontrarsi con il resto senza risolvere nulla, e quello del ventunesimo secolo… ovvero il conquistatore totalitario che comanda il pianeta intero con pugno di ferro. Intendiamoci, le intenzioni profonde e personali di Superman rimangono le stesse; lui vuole salvare il mondo e regalare pace e orgoglio agli esseri umani: quello che cambia e il suo punto di vista sui metodi per raggiungere questa utopia. L’aspetto più inquietante in assoluto della faccenda è che non è importante il paese e l’ambiente a cui il superumano appartiene; l’avere il potere assoluto, alla lunga, ti porta senza alcuna via di scampo a usarlo in modi che possono effettivamente essere considerati “assolutistici”: nel finale, Superman decide di inscenare la propria morte e sparire, lasciando all’umanità il rischio di sbagliare e farsi (e fare) del male, ma soprattutto liberandola da ogni controllo esterno. Ebbene si, cari miei, se analizzato a fondo il fumetto supereroistico riesce a farci amare con tutto il cuore il fatto che i nostri eroi non facciano parte della realtà!
L’ultimo appunto (ancora, ovviamente, positivo!) riguarda la caratterizzazione dei personaggi; sono molti e diversi e oltre al Batman con il colbacco, per cui il solo commento possibile è “notevole”, il migliore tra tutti è Hal Jordan (più grande fra i terrestri detentori degli anelli del Corpo delle Lanterne Verdi). In questa vicenda, Jordan e il Corpo sono uno degli stratagemmi ideati da quel vecchio volpone sociopatico di Lex Luthor per  uccidere Superman; sono un’unità dei marines i cui membri possiedono ognuno una copia dell’anello della volontà caduto a Roswell nel famoso incidente: il loro capo, Hal Jordan, è un reduce mentalmente instabile e violento ma proprio per questo dotato di un’incrollabile forza di volontà… intrigante, no?
Per chiudere la recensione un breve accenno a disegni e colorazione… anche perché c’è veramente poco da dire se non due sole parole: semplicemente esaltanti! Johnson e Plunkett riescono a dare a tutto il volume quell’aria da fumetto anni ’50 che è veramente un piacere gustare, così come sono stati ottimi nel rendere scene d’azione, personaggi… ma soprattutto nel riempire di piccoli dettagli le scene di dialogo, di modo che il lettore possa non annoiarsi! Per quel che riguarda i colori, stesso discorso: sono davvero perfetti nel loro alternarsi da sgargianti, a cupi a spaventosamente solenni.
Quindi cosa dire di più? Se volete uno sguardo diverso sul DC Universe, leggetelo.
Se volete un ragionamento profondo sul mondo dei supereroi, leggetelo.
Se volete una stupenda storia di fantascienza, leggetelo.
Se volete vedere Batman con il colbacco, leggetelo.
Se volete una storia costruita e disegnata perfettamente, leggetelo.
Se volete…oh! Leggetelo e basta, ok???
 
 

venerdì 4 gennaio 2013

GLI INCREDIBILI X-MEN 270

L’ammiraglia Fumetto, che ormai avete imparato a conoscere, e a riconoscere nel suo solcare il mare della china, con le sue vele tutte disegnate, che riproducono personaggi noti e meno noti del mondo del fumetto, ha preso il largo nel primo giorno di questo 2013 ed oggi fa scalo presso l’isola conosciuta come Marvel, ed in particolare presso il porto conosciuto come X-Men.
Noi siamo qui e continuiamo il nostro viaggio, e voi cosa aspettate ad unirvi alla nostra ciurma e salire a bordo?
Copertina degli incredibili X-Men 270

GLI INCREDIBILI X-MEN 270

Tabula rasa e dintorni
STORIA: Kieron Gillen
MATITE: Greg Land
CHINE: Jay Leisten
COLORI: Guru Efx
LETTERING: Barbara Stavel
Come già sappiamo, dopo aver letto il secondo numero di AVX, Hope ha cercato di depistare tutti i suoi inseguitori, sia i Vendicatori, sia gli X-Men. La sua traccia energetica infatti, è stata individuata in 5 luoghi diversi. Entrambi i gruppi si sono organizzati in squadre di ricerca, inviate da Capitan America e da Ciclope.
In questa storia ci viene raccontato quello che succede presso Tabula Rasa, luogo scoperto non poco tempo fa dagli stessi X-Men. Ovviamente i due gruppi arrivano, si incontrano e si scontrano. La storia è da segnalare per l’anticipazione che ci offre dello scontro (che avremo modo di vedere più in dettaglio su AVX: Versus) tra La Cosa e Namor, per le battute neanche troppo velate che riguardano la sessualità di Namor e la battuta del “custode” di Tabula rasa (battuta ovviamente legata al sesso – chissà cosa aveva in mente Gillen quando ha scritto la storia, mah) che pone fine allo scontro tra Namor e La Cosa. Davvero poco altro da segnalare. Sinceramente più una storia di passaggio che altro. Non viene aggiunto molto a quello che già sappiamo. Vi segnaliamo ancora una cosa: come già sappiamo e qui ci viene ribadito, Hope è sulla Luna in attesa della Fenice che è ormai arrivata. Questo il finale di questa storia:
Gli incredibili X-Men 270 - Storia: Tabula rasa e dintorni
“La Fenice. La luna. Suona familiare” dice Colosso
“Lo so. E mi spaventa. Evoca brutti ricordi. Ma forse…è una seconda occasione”
“Stavolta scriveremo un lieto fine” dice Ciclope
Ciclope permane nel suo stato di fiducia in Hope e nel fatto che la Fenice porterà la rinascita. Staremo a vedere.

Traffico di sentinelle – seconda parte
STORIA: Victor Gischler
MATITE: Will Conrad, Steve Kurth
CHINE: Will Conrad, Jay Leisten
COLORI: Chris Sotomayor
LETTERING: Barbara Stavel
Il Peturnicstan, questo piccolo staterello ai confine di Latveria e Symkaria, ha acquistato al mercato nero delle Sentinelle. Ciclope e gi X-Men, sensibili a tutto quello che riguarda l’argomento Sentinelle, si mettono sulle tracce dei contrabbandieri e degli acquirenti per smantellare il tutto. La squadra inviata per la missione è composta da: Tempesta, Psylocke, Jubelee, Warpath, Colosso e Domino. In aggiunta a loro, in maniera un poco burrascosa (lo abbiamo visto nel numero scorso), si aggrega alle operazioni anche War Machine. La storia risulta carina quanto scontata: la cattiva e semi-pazza leader del Peturnicstan, viene sconfitta, i suoi piani vanno a rotoli, le Sentinelle vengono fermate e smantellate e tutto torna alla normalità. A parte il fatto che Jubelee sconpare alla fine della storia. Nessuno sa dove sia finita. Noi lettori sappiamo che ha incontrato qualcuno che dice di volerla aiutare (Jubelee era una giovane mutante che in passato è stata tramutata in una vampira). Tempesta, a capo della missione, dopo aver fatto rapporto a Ciclope sulla situazione delle Sentinelle, parte per cercare il membro disperso del gruppo.
Gli incredibili X-Men 270 - Storia: Tabula rasa e dintorni


Legami di sangue – prima parte
STORIA: Victor Gischler
MATITE: Al Barrionuevo
CHINE: Michel Lacombe, Cam Smith
COLORI: Rachelle Rosemberg
LETTERING: Barbara Stavel
Ed ecco che noi lettori, a differenza di Tempesta e compagni andiamo a scoprire cosa ne è stato di Jubelle. Molto semplicemente la giovane vampira si è aggregata volontariamente ai Perdonati, un gruppo di vampiri, che hanno trovato il modo di superare la dipendenza dal sangue umano, che hanno trovato il modo di superare i problemi con la luce del sole, etc. Il gruppo è guidato da Raizo Kodo. Jubelee si sta sottoponendo, con non poche difficoltà, al trattamento di “disintossicazione”, ma non né può più, il desiderio di sangue è al limite. Fugge, ma proprio mentre sta per nutrirsi, il non vedere la sua immagine riflessa nello specchio, come se lei non esistesse, la fa desistere, e le fa compiere quella scelta necessaria affinchè il processo di “guarigione” possa avere veramente inizio. Vedremo quali sviluppi avrà la storia.

Per tutte e tre le storie l’impianto delle matite e delle chine, non mi ha fatto impazzire. In alcune tavole il disegno mi è sembrato impreciso (robot come le sentinelle sono disegnate con tale linearità che sembra abbiano un corpo di carne; personalmente avrei preferito un aspetto più…più…robotico. Questo era solo un esempio), per contro alcune tavole a pagina intera sono belle ed evocative. Per la parte delle chine, sicuramente nell’ultima storia, mi sento di dire che erano veramente troppo pesanti. Capisco sia una storia di vampiri e si voglia evocare un’atmosfera dark, ma credo ci siano altri modi per farlo.

Insomma…la Fenice è arrivata…e ora?
Avrà avuto ragione Capitan America o Ciclope?
Staremo a vedere!

i S m A e L e

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