lunedì 31 marzo 2014

NOIR ET BLANC EN COULEURS

Buon salve a tutti quanti cari i miei amici chinauti,
come ve la passate? Che cosa state leggendo di bello in questi giorni di inizio primavera? Il sottoscritto, dopo molto tempo (ho infatti questo fumetto nella libreria da diverso tempo, qualche anno direi), si è lanciato nella lettura di


NOIR ET BLANC EN COULEURS
Edoardo Di Muro
Edition Roymodus

Cose da dire su questo fumetto e suo suo autore ce ne sarebbero tantissime e spero di non dimenticarne nessuna.
Inizio con il raccontarvi come il sottoscritto ha conosciuto l’autore. Sono venuto a conoscenza di questo autore tramite amici (che tra l’altro non sono troppo interessati all’aspetto fumettistico della cosa), che per rapporti di parentela lo conoscevano. Me ne parlarono come di un autore che in Francia aveva pubblicato diversi lavori. Rimasi decisamente incuriosito dalla cosa, ma tutto sembro fermarsi lì. Poi successe che alla prima o seconda edizione di Peveragno Comics Edoardo Di Muro fece la sua comparsa per una visita ed uno scambio di parole. Poi ancora, nella successiva edizione di Peveragno Comics lo stesso Di Muro portò a vedere le tavole, credo proprio di questa storia a diverse case editrici presenti. Quando seppi, passati alcuni anni, che Di Muro, a Borgo San Dalmazzo, presentava un nuovo fumetto, corsi all’incontro, al termine del quale comprai proprio questo fumetto.


Nell’incontro in questione Di Muro parlò della sua vita africana, delle sue esperienze (che traspaiono tutte in questo fumetto, con verità e sincerità), della sua personale visione del mondo, frutto proprio dell’influenza della cultura africana. Credo, e qui mi prendo davvero una grossa libertà, che nel fumetto in questione la cosa traspaia tantissimo da una frase, che verso la fine dell’opera, Di Muro fa pronunciare al protagonista che si rivolge ad un amico italiano: “Voi in europa avete inventato gli orologi, ma noi, qui, abbiamo inventato il tempo”. Davvero evocativa non credete?


Ma veniamo al fumetto ed alla storia. Ovviamente il fumetto è stato pubblicato in Francia (diceva Di Muro che nessuno in Italia lo ha voluto pubblicare, mentre in Francia, dove, lo sappiamo tutti, il mercato dei fumetti è decisamente più maturo, non hanno fatto difficoltà a dare alla luce l’opera), per cui la lingua in cui lo si può leggere oggi è il francese. Sicuramente alcune sfumature dei dialoghi vanno persi, ma nel suo complesso, l’atmosfera e la struttura sono molto chiari.


La storia racconta del viaggio da un piccolo villaggio africano fino all’Europa e del ritorno. Il racconto inizia con il protagonista e gli amici già in Europa, ed in particolare in Italia. Si raccontano e ricordano insieme il loro viaggio (ovviamente terribile), lo stupore e la paura all’arrivo sulle coste siciliane. La clandestinità. Il riconoscimento dello status di rifugiati, il lavoro… Succede poi che per liberare una sua amica dal mondo della prostituzione in cui era caduta, il nostro protagonista uccide un uomo. Le cose precipitano e la vendetta della banda non tarda a farsi sentire. Gli sparano. Nel coma, all’ospedale, viene a fargli visita il camaleonte, feticcio e divinità, pregata dalla madre in Africa, che gli reca un messaggio: ritorna. Qui occorrerebbe aprire una lunghissima parentesi in merito alla cultura africana ed alle credenze religiose di cui Di Muro permea tutta la sua opera; ma non lo farò: sarei troppo poco preciso nel farlo e non ne ho le competenze. Sta di fatto che inizia per il protagonista il viaggio di ritorno verso il suo villaggio, in Africa. Sin dalle prime tavole di questa seconda parte si evidenzia, in qualche modo, come Di Muro, sia molto più a suo agio con le atmosfere, i colori, ed i ritmi dell’Africa. Non vorrei svelarvi altro, perché, come sempre, credo che questa sia una bella storia da leggere, e se mi posso permettere, non fatevi spaventare dalla lingua. Una dei temi che mi è piaciuto maggiormente e che viene fuori pesantemente è l’importanza di una dimensione spirituale nella nostra vita di tutti i giorni. Insomma cari amici si tratta di un viaggio di formazione, un viaggio di andata e ritorno, una storia di amicizia, di cultura africana, di credenze e di religione, una storia di denuncia, un racconto di tradizioni e di cultura africana, uno scontro ed un incontro, insomma, una storia che vale davvero la pena essere letta. Fermandosi. Sedendosi. Lasciandosi trasportare dal camaleonte!

Per una maggiore comprensione dell'opera vi segnalo anche questi due video (in francese):






Al prossimo fumetto!
iSmAeLe

GROT, IL GOBLIN ENAMORADO


Cari amici, direttamente dal blog di Marco Paschetta vi segnaliamo che:

"Grot, il goblin enamorado".
Di Luca Blengino e Marco Paschetta.

Può essere acquistato presso le librerie spangole e francesi o, in alternativa, qui.

Cosa ci fate ancora qui...andate, coraggio, andate! Non mi direte che una lingua diversa è un problema per voi? E che diamine, siamo nell'era del futuro e ancora sento queste cose.
Buona lettura a tutti quanti cari amici chinauti!

Al prossimo fumetto!
ChInAuTi

lunedì 24 marzo 2014

MIDNIGHT DAYS di Neil Gaiman

Cari amici appassionati di tutto ciò che riguarda il mondo dei fumetti… un cordiale saluto dal ponte dell’Ammiraglia Fumetto: qui è il Mozzo che vi parla!
Come ve la siete passata in questi mesi? Spero davvero molto bene!
Ok, ok, prima che mi linciate per la prolungatissima assenza, vi chiedo umilmente scusa. La mia vita, nei mesi che ho passato ben lontano da questo blog, ha subito diversi cambiamenti e ho dovuto rivedere un po’ la mia lista di priorità: mi dispiace aver lasciato almeno un paio di articoli in sospeso, ma ora spero di riuscire a risicare un piccolo posticino, durante le mie giornate, per tornare a darvi la mia opinione in merito a qualche lavoro a fumetti.
Perdonatemi e capitemi: su una nave come la nostra, la vita di un Mozzo è un vero inferno!





Ma a parte gli scherzi e le giustificazioni, oggi sono qui per “recensire” un fumetto, ovviamente.

Per riprendere un po’ la mano, vado sul sicuro: vi parlerò di MIDNIGHT DAYS, una raccolta di sei storie brevi a fumetti di Neil Gaiman, edite dalla RW LION nel 2012 in uno stupefacente albo dalla copertina cartonata rigida, con un commento dell’autore stesso per ogni storiella.
Una chicca da non perdere? E che ve lo dico a fare.
Non indugiamo oltre, allora, e parliamo un po’ di queste sei, piccole, pietre preziose del fumetto americano!









IL VERDE JACK – di Neil Gaiman, Stephen Bissette & John Totleben
La prima delle storie brevi riprende il personaggio di Swamp Thing, eroe con il potere elementale della natura molto importante della scuderia DC, protagonista delle primissime storie a fumetti di Alan Moore (proprio assieme a Bissette e Totleben)… anche se non è propriamente dello stesso personaggio che si parla.
Gaiman, infatti, ambienta il tutto durante la peste in Inghilterra, e ci mostra un altro Swamp Thing, predecessore di quello moderno, che si trova a confrontarsi con la morte, oscura, inspiegabile e totalizzante. Una storia cortissima, ma molto interessante, piena zeppa di riferimenti che può cogliere solo chi conosce abbastanza a fondo la creatura della paludi di casa DC, ma come sempre con Gaiman godibile da chiunque possieda un minimo di sensibilità umana.



FRATELLI – di Neil Gaiman, Richard Piers Rayner e Mike Hoffman
Seconda storia ambientata nell’universo di Swamp Thing, con i suoi personaggi e le sue tematiche solite, è stato uno degli “Swamp Thing Annual”, ovvero delle “storie di compleanno” della serie.
Protagonista della vicenda è uno dei comprimari della serie stessa, Chester, un hippie scapestrato ma dal cuore gigantesco: egli, assieme alla compagnia Liz e alla protagonista femminile delle avventure di Swamp Thing (sua “moglie” Abby), dovrà aiutare i servizi segreti americani a fronteggiare il ritorno sulla terra di Fratello Power, una bambola di pezza dotata di vita, simbolo degli anni 60/70.
La vicenda è abbastanza classica per chiunque abbia letto qualcosa di Swamp Thing (forze della natura, esseri soprannaturali ben più umani degli umani stessi, apparizioni di personaggi più famosi della DC…); il vero punto forte sono le riflessioni sui movimenti rivoluzionari della decade di Fratello Power e su ciò che di essi è rimasto negli anni ’80 e, in proiezione, fino ai giorni nostri.
Non c’è niente che non vada, in questa storia, è tutto ben costruito e ben calibrato, le scene d’azione e i dialoghi sono stupefacenti e fanno davvero riflettere.
È una storia da leggere, non c’è altro da dire!
Come nella prima, i disegni sono incredibilmente efficaci, perfetto esempio di com’era trent’anni fa la tecnica, più semplice e diretta, ma di certo non meno chiara e funzionale di quella odierna.


SCONCLUSIONATE STORIE DI DEI – di Neil Gaiman, Mike Mignola 
Vabbè, avete letto il nome dei due autori: c’è bisogno di dire altro? Sì, eh? Va bene!
A sorpresa, è una delle due storie migliori di tutto il volume. Anche questa ambientata nelle atmosfere oniriche e verdastre di Swamp Thing, ha come protagonista un suo antagonista creato da Alan Moore, Jason Woodrue conosciuto in Italia con il curioso nome di “Uomo Floronico”: sì, in sostanza è un essere umano reso completamente pazzo dal potere di controllare le piante, ecco.
In queste dieci pagine, un Woodrue completamente alienato dalla realtà giunge al cospetto del Parlamento degli Alberi (un concilio di antichissime creature vegetali) per comprendere la verità dietro il rapporto tra gli uomini e le piante descritto in ogni mitologia di ogni popolazione della Terra: la risposta non soddisferà né lui né il lettore, probabilmente, ma è l’unica razionale.
I disegni di Mignola rendono la storia un vero capolavoro, ma probabilmente, per i temi trattati, non ce ne sarebbe nemmeno bisogno: chi riuscirebbe a porsi interrogativi teologici importantissimi utilizzando un villain da comics americano… e che si chiama l’Uomo Floronico, poi?!



STRINGIMI – di Neil Gaiman, Dave McKean
Stesso discorso della storia precedente: i due nomi fanno già intuire che qui si sta parlando di un capolavoro. Poi, aggiungeteci anche il fatto che il protagonista è John Constantine e direi che per me abbiamo fatto.
Mentre cerca di mandare avanti la sua solita esistenza zoppicante, John dovrà vedersela con lo spirito di un senzatetto capace, letteralmente, di risucchiare via la vita dagli esseri umani: come sempre, però, non tutto quello che sembra terrificante lo è del tutto, nella Londra degli anni ’80.
Toccante, ecco l’unica parola che può descrivere queste ventiquattro pagine.
Non dico altro, perché parlarne significa rovinarle.
L’atmosfera è tutto, qui, e come accade molto spesso con McKean: se, dopo aver letto il volume, potreste non concordare sul definire un capolavoro SCONCLUSIONATE STORIE DI DEI, su questa storia breve credo nessuno avrà molto da ridire.


SANDMAN: MIDNIGHT THEATRE – di Neil Gaiman e Matt Wagner, Teddy Kristiansen
Sarà stato mai possibile unire le due incarnazioni fumettistiche di Sandman (il supereroe con la maschera antigas e il pallido Eterno vestito di nero), nella storia dei fumetti?
Qui abbiamo la prova che sì, è successo!
Questa storia è ambientata nel 1939, e ha come protagonista proprio Wesley Dodds, il Sandman “supereroistico”, che si trova a dover risolvere un caso di ricatto che unisce Inghilterra e America.
Purtroppo, devo ammettere che questo capitolo, e il successivo, non li ho trovati a livello dei precedenti, nonostante l’idea di vedere uniti i due Sandman mi aveva allettato parecchio. Questo incontro avviene in un modo del tutto particolare, e di certo diverso da come potrebbe aspettarselo un lettore di comics, ma è di fatto il punto veramente forte della vicenda.
Il tutto, però, è chiaramente ottimo, specialmente grazie ai disegni di Kristiansen, molto espressivi ma dotati di un respiro davvero molto chiuso e angosciante.
Un autore di cui cercherò di recuperare qualcosa in futuro!



BENTORNATI NELLA CASA DEL MISTERO – di Neil Gaiman, Sergio Aragonés
Questa, in realtà, non è una vera e propria storia.
Di fatto, si tratta di un’introduzione e di un epilogo a una raccolta di racconti dell’orrore a fumetti, presi direttamente dalla vecchia testata americana HOUSE OF MISTERY: il mio giudizio critico è quindi del tutto sospeso, non essendo una vera e propria narrazione.
Il vero punto forte di queste ultime pagine sono i disegni di Aragonés e l’umorismo sviluppato da Gaiman, che nella maggior parte dei casi va però a ironizzare sugli elementi classici e ricorrenti di HoM e di un’altra testata a cui aveva lavorato Aragonés, ovvero PLOP!... che io, essendo nato negli anni ’90, non ho la possibilità di comprendere!
Tutto quello che posso dire è che si tratta di un buonissimo modo di terminare il volume, dopo il peso emotivo dei temi trattati nelle storie precedenti.


Ebbene, eccoci arrivati alla fine di questa nuova recensione.
Vi è piaciuta? Non dite di no proprio ora che voglio tornare a scrivere qui sopra!
Noi ci si risente presto. Spero.

Il Mozzo

venerdì 21 marzo 2014

INCONTRO CON DAVIDE OSENDA

Ciao a tutti cari chinauti e non,
come ve la passate? Con un poco di ritardo, ma non disperate perchè c'è ancora tutto il tempo, vi segnaliamo che domani sabato 22 marzo a partire dalle ore 16:00, presso la fumetteria Cose da Leggere (Cuneo - via Savigliano 16/A), ci sarà un incontro con Davide Osenda, autore di "Ultima lezione a Gottinga" e "Rebecca (sei tu)" - a questo link trovate una nostra recensione/impressione di questa storia.

Potrete scambiare due parole con l'autore, farvi autografare il suo ultimo lavoro, vederlo all'opera, etc.


Non mancate!

venerdì 14 marzo 2014

ANYA ED IL SUO FANTASMA

Buon salve a tutti quanti amici chinauti,
come ve la passate? Oggi vi vorrei parlare di una graphic novel, pubblicata dalla Bao Edizioni e scritta, disegnata, colorata ed interpretata da Vera Brosgol. Probabilmente per parlare di questo fumetto basterebbero due commenti. Il primo di Scott McCloud, che dice: Anya ed il suo fantasma è buffo, fa paura ed è pieno zeppo di personaggi veri e pieni di cuore; uno dei migliori fumetti che abbia letto da tanto, tanto tempo. Il secondo di Neil Gaiman, il quale definisce un capolavoro questo fumetto. Dopo due commenti così entusiasti da parte di cotanti autori, potrei anche evitare di raccontarvi le mie impressioni. E invece no! Non penso certo di dire delle cose intelligenti o particolari, ma mi piace parlare di fumetti. Mi piace leggerli e parlarne. Ecco per cui, se avrete la bontà di continuare potrete leggere le mie impressioni su...


...ANYA ED IL SUO FANTASMA
Vera Brosgol
Bao Edizioni

Anya è una ragazza russa, che con la famiglia è andata a vivere in America. Capirete da soli come ci troviamo di fronte al più grande stereotipo di “diverso”. Anya viene additata come la diversa perché, nonostante abbia fatto tanti progressi (nelle relazioni, con la lingua, etc.), l’accento russo c’è sempre; non ha amici, non è accettata…per partito preso, più che per scelta che presupporrebbe la conoscenza della persona. Ignorata o denigrata a seconda dei casi. All’inizio della storia, non fosse per la caduta in una profonda buca, della nostra giovine compagna Anya, non fosse per il ritrovamento, all’interno della buca, di uno scheletro; non fosse che un piccolo pezzo dello scheletro finisce misteriosamente nello zaino di Anya quando viene salvata, permettendo ad Emily, la giovane fantasma (lo scheletro è quello del suo corpo mortale) che si trova li da circa 90 anni di uscire e seguirla fino a casa; non fosse per tutte queste cose ci troveremmo innanzi alla più classica delle classiche giovani menti disadattate ed al suo personale percorso di formazione. Una storia tutto sommato come tante altre già scritte e riscritte. Vera Brosgol non si discosta molto da questo modello classico di storia, ma utilizzando Emily come guida dapprima e come leva poi, porterà la giovane protagonista a crescere.


Come succede spesso tra adolescenti l’amicizia tra Anya ed Emily cresce con il divenire della storia, e parte un poco in sordina. Data l’età adolescenziale delle protagoniste, ovviamente, il tema che muove gli eventi è l’amore, l’infatuazione, l’innamoramento di Anya per uno dei “giusti” della scuola, Sean, della squadra di basket. Questo evento porta Anya ed Emily ad un primo punto di svolta della storia: prendendo spunto da quanto succede ad Anya, Emily racconta la sua triste storia… innamorata, sul punto di sposarsi, lui muore in guerra… ma la cosa importante è il fatto che Emily rivela ad Anya, in questa confessione, il proprio nome (fino a questo punto della storia il lettore non lo conosce). Da questo momento la loro amicizia sembra diventare più profonda e la stessa Anya si offre di indagare sulla morte di Emily. È da questo punto in poi che in qualche modo le cose cambiano. Dapprima non in maniera palese ed evidente, è più una sensazione che si percepisce a fil di pagina, appena al di là della tavola disegnata. Un momento rivelatore di questo cambiamento è l’allontanamento di Siobhan, l’unica amica di Anya. Mentre Emily fa di tutto per “fomentare” Anya a provarci con Sean; Siobhan le rivela, dicendole la verità, un passato non troppo pulito per Sean. Ovviamente al cuor non si comanda e Siobhan viene allontana. Da questo momento in poi il secondo fine di Emily viene sempre più fuori. Vuole rivivere una vita attraverso la vita di Anya. 


Il lettore scopre, insieme con Anya, come la storia del passato di Emily si falsa (la nostra piccola fantasma è in realtà un omicida), scopre come il tanto giusto Sean non sia poi così tanto giusto, scopre come tante cose che sembravano all’inizio della storia ora non sembrano più così tanto. Tra le due nasce uno scontro che vedrà la nostra Anya vincere, scacciando Emily per sempre dicendole: “…hai ragione, non sono diversa da te… la vita degli altri ci sembra sempre più desiderabile…” proprio perché non è la nostra vita, proprio perché ci soffermiamo solo su alcuni aspetti di quella vita altrui non conoscendone quelli più quotidiani, quelli più difficili, quelli che normalmente non ci piacciono della nostra stessa vita. Un’analisi non da poco per la nostra protagonista, analisi che ci coinvolge tutti, chi più chi meno. Con questa grande presa di coscienza la nostra protagonista termina il suo cammino di formazione, o almeno noi la abbandoniamo e la storia termina!

Ciao a tutti e...

...al prossimo fumetto!
iSmAeLe

martedì 4 marzo 2014

MARVEL 1602: 1-8

Buon salve a tutti quanti cari chinauti,
è di nuovo passato un mese senza che ci sentissimo, vi chiedo scusa per questa assenza, ma sappiate che la lettura di fumetti e la dose quotidiana di china non è mai venuta meno. Torno a voi, in questo giorno di marzo per raccontarvi delle prime otto storie di un fumetto che mi ha sorpreso e non poco. Se ci seguite da un poco di tempo lo saprete senza ombra di dubbio che sono un appassionato dell’universo Marvel ed è per questa passione e per il nome di Neil Gaiman che regna in copertina, che mi sono avvicinato a...


 MARVEL 1602 – 1-8
Soggetto e sceneggiatura: Neil Gaiman
Disegni: Andy Kubert
RW Edizioni Lion

La versione che ho recuperato, forse un tantino cara, ma senza dubbio di pregio, è quella con copertina rigida, nera, prodotta dalla Lion. In questa versione sono raccolte tutte le storie legate all’universo 1602, sia le prime 8 scritte e sceneggiate da Neil Gaiman, di cui proverò a parlare in questo post, sia altre, nonché storie speciali.
E adesso veniamo alle prime otto storie di questa raccolta. L’idea alla base di questa raccolta è quanto semplice quanto geniale: portare gli eroi che abbiamo imparato a conoscere (l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Capitan America, il Dottor Destino, gli X-Men, etc.) nel 1602. Ovviamente non sempre un’idea semplice, per quanto geniale, si può trasformare in una grande storia. Occorre senza dubbio un custode delle storie, qualcuno che le sappia prendere, manipolare, trasformare, e che dire? Neil Gaiman è un signor custode e manipolatore delle storie. Ecco perché la storia che ho avuto il piacere di leggere è piena di colpi di scena, di trame che si avviluppano tra di loro senza mai perdere di leggibilità. La sensazione che ho provato è stata proprio quella di essere catapultato nel 1602 tra un intrigo e l’altro, tra un colpo di scena ed un altro, tra un mistero ed una rivelazione. Mettiamola così, la mano di Gaiman si sente ed è come sempre un piacere grande. Gli eroi non vengono rivelati tutti e subito, ma vengono svelati con saggezza man mano che la storia prende forma. E vi assicuro che l’attesa di sapere che ruolo avranno i propri eroi preferiti è fantastico. Non ha prezzo scoprire il ruolo dei fantastici quattro, piuttosto che di Devil, o degli X-Men. Che dire poi del Conte Von Doom o di Magneto? E mentre uno legge la storia ed i ruoli vengono definiti, ecco che viene da dire: “non poteva essere altrimenti”, Magneto non poteva non essere il Grande Inquisitore a caccia dei mutanti, o piuttosto gli X-Men non potevano non essere una banda clandestina, Nick Fury potrebbe anche nel 1602 non essere una spia? Destino potrebbe non essere il Conte di Latveria? Potevano mancare i templari ed il loro più grande tesoro tenuto nascosto al mondo intero per anni e che ora verrà rivelato data l’imminente fine del mondo? Ed in questo caso lasciatemi dire che la trovata di Gaiman per spiegare sia il Tesoro dei Templari, sia il perché dell’imminente fine del mondo sono geniali!


Gaiman prende le caratteristiche dei nostri eroi preferiti e li traspone nel 1602 senza alcuna forzatura, senza alcun salto di discontinuità con gli eroi che abbiamo imparato a conoscere. La storia è opportunamente farcita di magia e soprannaturale, scienza e fisica, salti temporali e misteri misteriosi, divertimento e suspence, dolore e gioia.
A farcire il tutto un Andy Kubert in grande spolvero! Disegni di stampo classico, senza troppi preziosismi, ma di grande richiamo! La colorazione ne accentua davvero le caratteristiche migliori.
Se siete degli appassionati dell’universo Marvel allora è un fumetto consigliatissimo! Se non siete degli appassionati Marvel, non importa, potrete sempre godere di una storia di Gaiman davvero bella!

Al prossimo fumetto!
iSmAeLe

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