Buonsalve a tutti quanti cari chinauti all'ascolto,
oggi vi parlo brevemente di Brendon, il fumetto della Sergio Bonelli Editore, e del suo numero 100, e condivido con voi alcuni impressioni ed opinioni, per quello che valgono.
Informazioni dal sito della
Bonelli
Soggetto: Claudio
Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio
Chiaverotti
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Massimo Rotundo
Brendon si è ritirato, si
dice in giro. Pare che l'Ultimo Cavaliere di Ventura abbia appeso la pistola al
chiodo, scegliendo di occuparsi della sua famiglia, della dolce Florence e
della giovane Daisy. Non si tratta di sole dicerie: dopo l'ultimo scontro con
la Luna Nera, Brendon ha veramente deciso di cambiar vita, dando l'addio ai
pericoli e il benvenuto al tempo da dedicare all'intaglio dei pezzi della sua
scacchiera in legno. Ma proprio quando l'opera giunge al suo termine, qualcosa,
un'ombra dal passato, un ricordo perduto riaffiora alla mente del nostro eroe
che non esita a rimontare in sella a Falstaff e ad affrontare quella che
potrebbe essere la sua ultima, disperata impresa!
Questo era il riassunto di
questo numero di Brendon presente sul sito della Bonelli, l’ultimo della serie
regolare, con il quale salutiamo il nostro eroe. Che dire? Ovviamente, la
storia prende spunto da quanto avete appena letto, per far vivere a Brendon una
nuova avventura. Volutamente non ho detto “l’ultima”, perché ovviamente non
sarà l’ultima. Da quanto mi è dato di capire prossimamente, di tanto in tanto,
potremo ancora leggere avventure di Brendon Darkness, ma non più legate alla
serie che chiude i battenti con questo numero.
L’avventura vissuta da Brendon
in questo numero non è un’avventura epica, non è un’avventura con i fuochi
d’artificio, non aspettatevi dunque una chiusura della serie con il botto.
Parlerei quasi di un’avventura intimista, familiare, interiore, ma non certo
senza azione. Tra i vari motivi che portano avanti la narrazione in questa
storia ve ne segnalo due: la recitazione e gli
scacchi. Entrambe, mi è sembrato di cogliere, vengono usate come
metafore per la vita stessa di un uomo. Come metafore del modo in cui un uomo
decide di vivere la sua vita. Mossa dopo mossa. Battuta dopo battuta.
Interessante.
In linea di massima però, forse
l’ho già detto, la chiusura di questa testata credo non fosse del tutto
programmata dalla Bonelli. Ora non voglio rivelare retroscena che non conosco, e
lungi da me il volerlo fare. Dico che penso non fosse così programmata perchè
mi è sembrato di cogliere non poche forzature nella sceneggiatura dei numeri
precedenti ed anche in questo. Forzature non volute, ma necessarie a portare a
termine le vicende del protagonista. Se invece era stata programmata per tempo,
allora forse non si è data la giusta cura, come i lettori sono stati abiutati,
nella sceneggiatura di questi ultimi numeri. Tutto questo ovviamente secondo la
mia più che inutile opinione.
Ultima considerazione: mi
spiace che questa testata abbia chiuso. Mi piacevano le storie di Chiaverotti.
Mi piacevano alcuni membri dello staff dei disegnatori (tra cui mi permetto di
ricordare Cristiano Spadavecchia e Giuseppe Vigliola, in arte Josef Vig, entrambi
ospiti in passate edizioni, a Peveragno Comics). Mi piaceva il personaggio di
Brendon e soprattutto l’ambientazione delle storie.
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