venerdì 13 febbraio 2015

BRENDON 100

Buonsalve a tutti quanti cari chinauti all'ascolto,
oggi vi parlo brevemente di Brendon, il fumetto della Sergio Bonelli Editore, e del suo numero 100, e condivido con voi alcuni impressioni ed opinioni, per quello che valgono.


Informazioni dal sito della Bonelli

Soggetto: Claudio Chiaverotti

Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti

Disegni: Corrado Roi

Copertina: Massimo Rotundo



Brendon si è ritirato, si dice in giro. Pare che l'Ultimo Cavaliere di Ventura abbia appeso la pistola al chiodo, scegliendo di occuparsi della sua famiglia, della dolce Florence e della giovane Daisy. Non si tratta di sole dicerie: dopo l'ultimo scontro con la Luna Nera, Brendon ha veramente deciso di cambiar vita, dando l'addio ai pericoli e il benvenuto al tempo da dedicare all'intaglio dei pezzi della sua scacchiera in legno. Ma proprio quando l'opera giunge al suo termine, qualcosa, un'ombra dal passato, un ricordo perduto riaffiora alla mente del nostro eroe che non esita a rimontare in sella a Falstaff e ad affrontare quella che potrebbe essere la sua ultima, disperata impresa!

Questo era il riassunto di questo numero di Brendon presente sul sito della Bonelli, l’ultimo della serie regolare, con il quale salutiamo il nostro eroe. Che dire? Ovviamente, la storia prende spunto da quanto avete appena letto, per far vivere a Brendon una nuova avventura. Volutamente non ho detto “l’ultima”, perché ovviamente non sarà l’ultima. Da quanto mi è dato di capire prossimamente, di tanto in tanto, potremo ancora leggere avventure di Brendon Darkness, ma non più legate alla serie che chiude i battenti con questo numero.


L’avventura vissuta da Brendon in questo numero non è un’avventura epica, non è un’avventura con i fuochi d’artificio, non aspettatevi dunque una chiusura della serie con il botto. Parlerei quasi di un’avventura intimista, familiare, interiore, ma non certo senza azione. Tra i vari motivi che portano avanti la narrazione in questa storia ve ne segnalo due: la recitazione e gli  scacchi. Entrambe, mi è sembrato di cogliere, vengono usate come metafore per la vita stessa di un uomo. Come metafore del modo in cui un uomo decide di vivere la sua vita. Mossa dopo mossa. Battuta dopo battuta.

Interessante.

In linea di massima però, forse l’ho già detto, la chiusura di questa testata credo non fosse del tutto programmata dalla Bonelli. Ora non voglio rivelare retroscena che non conosco, e lungi da me il volerlo fare. Dico che penso non fosse così programmata perchè mi è sembrato di cogliere non poche forzature nella sceneggiatura dei numeri precedenti ed anche in questo. Forzature non volute, ma necessarie a portare a termine le vicende del protagonista. Se invece era stata programmata per tempo, allora forse non si è data la giusta cura, come i lettori sono stati abiutati, nella sceneggiatura di questi ultimi numeri. Tutto questo ovviamente secondo la mia più che inutile opinione.

Ultima considerazione: mi spiace che questa testata abbia chiuso. Mi piacevano le storie di Chiaverotti. Mi piacevano alcuni membri dello staff dei disegnatori (tra cui mi permetto di ricordare Cristiano Spadavecchia e Giuseppe Vigliola, in arte Josef Vig, entrambi ospiti in passate edizioni, a Peveragno Comics). Mi piaceva il personaggio di Brendon e soprattutto l’ambientazione delle storie.

Prendo a prestito dall’amico Lorenzo Barberis l’utilizzo della sezione “spoiler”: ovviamente, come già anticipato, le vicende di Brendon non terminano veramente. Con la sua decisione di lasciare nuovamente Florence e Daisy per tornare alla vita del Cavaliere di Ventura, gli autori si lasciano aperto un portone sul futuro del personaggio e lasciano noi lettori con un poco di amaro in bocca dettato dal gusto della nostalgia.

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