martedì 30 ottobre 2012

BACON-CHICAGO 1936 di Marco Natale

Un saluto dal Mozzo a tutti i passeggeri che si trovano sul ponte della nostra nave!
Ecco il fumetto di cui parlerò oggi:

Chicago, 1936. In un'America dominata dalla malavita organizzata, l'investigatore privato Joe Bacon si trova a lavorare a un doppio caso di omicidio: un potente banchiere è stato ucciso assieme alla propria segretaria/amante. Spinto non solo dal bisogno di soldi, ma soprattutto da un incrollabile senso del dovere, Bacon si dovrà destreggiare all'interno di un panorama urbano corrotto, violento e pericoloso, arrivando a sollevare il velo che copre le collusioni tra politica e organizzazioni mafiose.

Si può rendere simpatica, intelligente e incredibilmente appassionante una trama noir “classica” che vede un normale detective privato investigare sui giochi di potere tra mafia e industria (ovvero qualcosa che bene o male tutti abbiamo già visto e rivisto in diverse maniere)?
Sì, si può dando uno spazio incredibilmente ampio alla caratterizzazione dei personaggi ma non solo dal punto di vista di come sono scritti… soprattutto da quello di come sono disegnati!
In Bacon-Chicago 1936, infatti, ogni personaggio che compare è un animale antropomorfo (genericamente conosciuti come “sapiens”); quindi un ricco industriale è uno squalo, il boss mafioso della città è un coccodrillo e la sexy femme-fatale della situazione è una giovane gatta... giusto per fare alcuni semplici esempi.
E il protagonista? Il protagonista, come in tutti i noir che si rispettino… è un vero e proprio maiale!
E’ proprio questa la caratteristica principale che Marco Natale, da ottimo professionista nell’ambito del disegno, è riuscito a dare alla sua prima opera come autore completo: il fatto che ogni personaggio, dai principali ai numerosi secondari, sia immediatamente riconoscibile e ascrivibile a un certo tipo di carattere e di ruolo all’interno della storia in base alla propria rappresentazione fisica.
Nonostante quest’attenzione particolare alla costruzione dei personaggi, la trama non è solamente un “collante” per farli muovere e vivere, ma si presenta lineare e con colpi di scena ben calibrati, dando spazio anche a una storia d’amore (difficile e atipica come in tutti i noir che si rispettino).
Anche la scelta di mantenere il volume in toni di seppia e bianco e nero è assolutamente azzeccata: in questo modo il tratto “cartoonesco” di Natale non arriva a stonare troppo con il tono cupo della storia… e poi sembra davvero di essere in un film anni ’30!
In definitiva Bacon-Chicago 1936 si dimostra una lettura accattivante, originale e molto divertente, capace anche di dare parecchi spunti di riflessione se letto al giorno d’oggi; nella Chicago “post-crisi del ‘29”, infatti, sembra proprio che la corruzione sia un fenomeno talmente esteso da rendere assolutamente vano qualsiasi tentativo di cancellarla… una sensazione che dovrebbe essere famigliare a chiunque di noi, stando a quello che succede nel nostro paese da un po'di tempo a questa parte!!!

2 commenti:

  1. Segnalo che la Pavesio a Lucca di quest'anno presenterà un'altra storia di Marco Natale e di Bacon

    http://www.pavesio.com/blog_pavesio_scheda.asp?id=154

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  2. Mi è davvero piaciuto molto! Nel suo non dire assolutamente nulla di nuovo, intrattiene che è un piacere e non è minimamente scontato.

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