domenica 16 novembre 2014
Fumetto, Numero Uno!
LORENZO BARBERIS.
Si è inaugurata sabato 15 novembre, a Mondovì, la mostra "Fumetti senza Tempo", come a suo tempo annunciato anche qui, su "ChiNauti". Una mostra di fumetti, un evento ancora relativamente raro a Mondovì e nel cuneese, che non ha forse ancora completamente sdoganato questo medium espressivo.
La mostra - presso la galleria de La Meridiana, storica realtà espositiva monregalese - espone la collezione di Pierluigi Lanza, corredata da alcune tavole originali di giovani disegnatori e fumettisti. La collezione ha come tema la raccolta di numeri uno, numeri zero e speciali di pubblicazioni a fumetti seriali. Una raccolta particolare, che offre la possibilità di gettare uno sguardo piuttosto ampio su numerosissime pubblicazioni dagli anni '60 ad oggi.
Ripropongo qui (oltre che sul mio blog, e sulla rivista culturale monregalese "Margutte"), le due righe che ho scritto per presentare questa prima esposizione fumettistica della Meridiana.
La collezione Lanza è molto vasta (oltre l'arco temporale coperto, spazia tra fumetto europeo, americano e giapponese, i tre grandi filoni del fumetto stesso). Si tratta di edizioni italiane di fumetti sia italiani che esteri; stimola quindi una riflessione sulla ricezione italica del fumetto (italiano e non) riguardo al tema del "first issue".
Il collezionismo fumettistico nasce in America, fin dal 1897, quando l'Hearst di Quarto Potere, oltre ai fumetti, fa pubblicare le prime raccolte di strisce, i primi comic book. La qualità della carta è bassissima, quella del giornale, e solo con 1929 inizierà la produzione di materiale originale, e in parallelo la creazione di comic book lievemente più resistenti negli anni '30. "Famous Funnies", del 1933, è ritenuto il primo comic book moderno.
Tra questi primi albi sta la Bibbia di Gutenberg del fumetto, il numero uno di Action Comics con la prima storia di Superman, del 1938. Con Superman inizia infatti il genere supereroico che porta il fumetto americano al successo, stimolando lo sviluppo generale del medium.
Valutato recentemente oltre tre milioni di dollari, il numero originale di Superman rivaleggia quindi ormai per valore col dipinto rinascimentale che l'ha ispirato, l'Ercole del Pollaiolo, anche solo da un punto di vista strettamente monetario.
In Italia la situazione è diversa. Il primo Novecento è segnato da storie in rima, senza il tipico balloon che diviene poi tipico (fin nel nome italico) del fumetto. E i primi comics sono di importazione americana, negli anni '30, pubblicati su riviste-contenitore, sul modello americano.
Per il pubblico più infantile si impone poi nel secondo dopoguerra il Topolino disneyano, forte anche del traino dei cartoni animati Disney, che sotto la Mondadori inizia dal 1949 a sviluppare storie italiane (la prima è "Topolino e il cobra bianco" di Guido Martina) evolvendo un filone comico-avventuroso in un formato "a libretto" (1953). In mostra vi sono soprattutto molti "numeri uno" dei suoi innumerevoli imitatori, di un periodo leggermente successivo, che sfruttano il vincente formato "tascabile", diffusosi già per la letteratura tradizionale.
Ovviamente scattano i tentativi di imitazione, e la collezione Lanza ne mostra alcuni. Ad esempio, "Braccio di Ferro" (1969), il Popeye di Segar, che fu probabilmente l'altro grande personaggio importato di successo in Italia.
Interessante anche Soldino, tra i vari casi di brand italiano assonante con Topolino, di cui ricordo la celebre Nonna Abelarda identica, salvo la super-forza, alla nostra mitologica docente di filosofia.
Spesso sono riviste che non vanno oltre i primi tre-quattro numeri: sono questi, infatti, i tempi per avere i risultati delle rese (salvo uso di metodi di studio del mercato più sofisticati) cosa che porta a una correzione di rotta delle tirature o, in caso di insuccesso, alla chiusura delle testate.
Nel fumetto per ragazzi di una fascia d'età più alta, invece, si impone nell'Italia del dopoguerra una produzione autonoma. Il genere supereroico proprio dei fumetti americani all'inizio non sfonda: anche tentativi nobili come l'Asso di Picche di Hugo Pratt (presente in mostra con alcuni numeri) non hanno successo.
Il genere che predomina, grazie al traino del cinema, è invece il western, con Tex Willer (1948) di Bonelli. Inizialmente il formato è spillato o, ancora più caratteristico, a strisce, forma rara non presente nella mostra; ma poi anche qui si giunge a un formato "libresco", brossurato, anche se non tascabile, per consentire una migliore lettura delle tavole: il "formato quaderno". Primo albo di tale attuale formato (e attuale numerazione) sarà, un decennio dopo, "La Mano Rossa" (presente in mostra).
Con questo albo, che nel 1959 ripropone le avventure precedentemente uscite in altri formati, inizia un boom del fumetto avventuroso (a cui si affianca l'avventuroso Zagor del 1961, nato in Bonelli già sul nuovo format).
Su un formato tascabile invece si impone Diabolik (1962), pensato per un pubblico più adulto, che dà origine a molteplici imitazioni, i fumetti sexy-noir (il formato Bonelliano sarà più imitato più avanti, sulla scia del successo di Dylan Dog). Di questi, una galassia enorme e imprecisata, la collezione Lanza ha diversi esempi curiosi.
Da un rapido colpo d'occhio, notiamo una robusta presenza di fumetti che declinano il tema sexy-noir in chiave fantascientifica. La cosa ha una sua logica, forse: se Diabolik copriva il genere thriller-noir, l'altro grande filone (sul modello della Barbarella francese del 1962) era appunto quello fantascientifico.
La diffusione dei fumetti americani in Italia avviene nel periodo lievemente successivo, in seguito alla Silver Age of Comics in USA con i nuovi supereroi della Marvel, la Casa delle Idee. Nel 1970 l'Editoriale Corno inizia a pubblicare Spiderman, che avrà grande successo da noi; in seguito vengono riedizioni anche dei supereroi DC del periodo. In mostra, tra i Numero Uno, c'è ad esempio questo Batman delle Edizioni Cenisio, del 1976.
Negli anni '90 una accentuazione della proliferazione di testate per sfruttare il mercato collezionistico viene influenzata dalla nascita della nuova casa supereroistica Image (1992), che favorì la diffusione anche da noi del costume delle "variant cover", ovvero di più versioni della copertina dei primi numeri di un fumetto, per catturare l'attenzione dei collezionisti. Anche le due storiche DC Comics e Marvel si adeguarono, in parte, alla nuova tendenza, che non coinvolse inizialmente il fumetto italiano della Bonelli e i suoi imitatori.
Si impongono allora copertine a rilievo, argentate, dorate o comunque in colori metallizzati e con effetti speciali, con lo scopo di colpire l'occhio del collezionista e convincerlo ad acquistare tali numeri a prezzi anche più elevati nella speranza - quasi sempre disattesa - di un investimento speculativo. Le testate nascono e muoiono nel giro di un breve periodo, per alimentare il borsino collezionistico, talvolta a scapito della qualità del fumetto, altre volte stimolando a innovare per tenere sempre impressionato il lettore.
La collezione Lanza mette in mostra alcune di queste opere, in particolari di case e produzioni minori, dove il minimo comun denominatore sembra, come al solito, la presenza di eroine poco vestite quale elemento attrattivo per il lettore.
Anche l'abitudine di creare "numeri zero" si rafforza in questo periodo: brevi pubblicazioni dimostrative lanciate spesso a prezzo gratuito, per solleticare la curiosità del lettore; e simmetricamente ogni occasione diviene buona per creare un "numero speciale": Similmente si spezza la continuità delle serie, in modo da creare molteplici possibilità di nuovi "numeri zero" e "numeri uno".
E con questo gruppo di testate supereroistiche in traduzione italiane giungiamo all'ultimo nucleo della presente esposizione. Ma al di là della possibilità di questo rapido volo di uccello sull'evoluzione del fumetto in Italia, la collezione Lanza è bella per la sua capacità di dispiegare in modo immediato, agli occhi del profano, la forza visiva del fumetto, con le sue copertine affascinanti e seducenti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento