lunedì 7 gennaio 2013

SUPERMAN - RED SON di Mark Millar, Dave Johnson e Kilian Plunkett

Un enorme saluto dal Mozzo, che reduce dai festeggiamenti di fine anno e befaneschi ritorna sull'ammiraglia fumetto con una nuova recensione, tutta da gustare!
Spero vi possa interessare: buona lettura!!!
 
Una navicella spaziale giunge sulla Terra direttamente da un mondo morente, portandovi un bambino che i raggi della nostra stella gialla rendono capace di imprese straordinarie.
Egli è Superman… ma questo non è il Kansas, quella non è Metropolis e nemmeno l’America.
Questa è l’Ucraina, quella è Mosca… e questa è l’Unione Sovietica! Per il Patto di Varsavia!
La vicenda narrata in Superman-Red Son fa parte di quella collana della DC Comics che racconta storie ipotetiche che non sono avvenute nella continuity generale, ma che avrebbero potuto accadere se solo le cose fossero andate in modo più o meno differente: questi sono gli Elsewords.
In questo specifico Elseword Mark Millar, Dave Johnson, Kilian Plunkett e Paul Mounts (questi ultimi tre rispettivamente ai disegni, i primi due, e ai colori, l’ultimo) ipotizzano che la navicella kryptoniana che ha portato Superman sul nostro pianeta sia precipitata non nella campagna del Kansas, ma in quella dell’Ucraina: l’Uomo d’Acciaio non diventa quindi il paladino dell’America e dei suoi interessi, ma dell’Unione Sovietica e del socialismo negli anni della guerra fredda. La sua presenza nel mondo andrà a cambiare drasticamente il corso degli eventi storici, portandolo a incontrarsi/scontrarsi con diversi personaggi del DC Universe (come Batman, Wonder Woman, Brainiac, Lanterna Verde, Lois Lane e ovviamente Lex Luthor), fino a uno dei finali più inaspettati che io abbia mai letto: krypton non è altro che la Terra di un futuro lontano e tutta la vicenda si rivela essere un paradosso temporale senza via di uscita! F-a-n-t-a-s-t-i-c-o!!!
Come ho detto in almeno un’altra recensione, adoro le “storie ipotetiche” tanto da quasi sospendere la mia capacità di giudizio; quel che proprio non sopporto, però, sono quelle storie ideologicamente schierate  con un tema centrale che più bidimensionale non si può: obbiettivamente, con una vicenda con protagonista Superman e ambientata negli anni della guerra fredda, il rischio di scivolare in una narrazione simile non era così lontano. Ma Millar è uno che il suo lavoro lo sa fare molto più che bene e fortunatamente ha evitato il baratro con un’agile balzo… che si sostanzia nel fatto che Superman-Red Son (almeno secondo me) non parla affatto della guerra fredda; il conflitto tra America e Russia è si sempre presente, ma smette di essere tema portante dopo il primo capitolo: in questo modo, e grazie a un equilibrio perfetto nella descrizione dei personaggi e nello sviluppo narrativo, Millar non permette al lettore di schierarsi a favore di nessuno dei due schieramenti.
 

Ma quindi qual è il vero e proprio tema principale della vicenda? Quello “solito”, ovviamente, ovvero come la presenza nella società di uno o più superuomini la cambi in ogni suo aspetto e non sempre in meglio. Nel corso dei tre capitoli di cui si compone il volume, infatti, osserveremo ben tre incarnazioni del superuomo: quello “classico” che si prefigge di salvare il mondo ma capisce che non può farlo rimanendo confinato nelle sue regole, quello più moderno che decide di prendere le redini di una parte di questo mondo ma che continua a scontrarsi con il resto senza risolvere nulla, e quello del ventunesimo secolo… ovvero il conquistatore totalitario che comanda il pianeta intero con pugno di ferro. Intendiamoci, le intenzioni profonde e personali di Superman rimangono le stesse; lui vuole salvare il mondo e regalare pace e orgoglio agli esseri umani: quello che cambia e il suo punto di vista sui metodi per raggiungere questa utopia. L’aspetto più inquietante in assoluto della faccenda è che non è importante il paese e l’ambiente a cui il superumano appartiene; l’avere il potere assoluto, alla lunga, ti porta senza alcuna via di scampo a usarlo in modi che possono effettivamente essere considerati “assolutistici”: nel finale, Superman decide di inscenare la propria morte e sparire, lasciando all’umanità il rischio di sbagliare e farsi (e fare) del male, ma soprattutto liberandola da ogni controllo esterno. Ebbene si, cari miei, se analizzato a fondo il fumetto supereroistico riesce a farci amare con tutto il cuore il fatto che i nostri eroi non facciano parte della realtà!
L’ultimo appunto (ancora, ovviamente, positivo!) riguarda la caratterizzazione dei personaggi; sono molti e diversi e oltre al Batman con il colbacco, per cui il solo commento possibile è “notevole”, il migliore tra tutti è Hal Jordan (più grande fra i terrestri detentori degli anelli del Corpo delle Lanterne Verdi). In questa vicenda, Jordan e il Corpo sono uno degli stratagemmi ideati da quel vecchio volpone sociopatico di Lex Luthor per  uccidere Superman; sono un’unità dei marines i cui membri possiedono ognuno una copia dell’anello della volontà caduto a Roswell nel famoso incidente: il loro capo, Hal Jordan, è un reduce mentalmente instabile e violento ma proprio per questo dotato di un’incrollabile forza di volontà… intrigante, no?
Per chiudere la recensione un breve accenno a disegni e colorazione… anche perché c’è veramente poco da dire se non due sole parole: semplicemente esaltanti! Johnson e Plunkett riescono a dare a tutto il volume quell’aria da fumetto anni ’50 che è veramente un piacere gustare, così come sono stati ottimi nel rendere scene d’azione, personaggi… ma soprattutto nel riempire di piccoli dettagli le scene di dialogo, di modo che il lettore possa non annoiarsi! Per quel che riguarda i colori, stesso discorso: sono davvero perfetti nel loro alternarsi da sgargianti, a cupi a spaventosamente solenni.
Quindi cosa dire di più? Se volete uno sguardo diverso sul DC Universe, leggetelo.
Se volete un ragionamento profondo sul mondo dei supereroi, leggetelo.
Se volete una stupenda storia di fantascienza, leggetelo.
Se volete vedere Batman con il colbacco, leggetelo.
Se volete una storia costruita e disegnata perfettamente, leggetelo.
Se volete…oh! Leggetelo e basta, ok???
 
 

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