Mentre davo una mano al mozzo a mettere a posto la sentina, mi sono ritrovato tra le mani questo fumetto...potevo non leggerlo? Ecco a voi...
Gli innocenti
Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Germano Bonazzi
Lettering: Francesca Piovella
Nella recensione di quest’oggi, partiamo dalla copertina dell’albo (Disegni di Sergio Giardo e colori di Gianmauro Cozzi), che credo possa riassumere abbastanza bene l’impressione che ho avuto leggendo questa storia. Mah! Ecco l’ho detto. Questo riassume la mia personalissima ed opinabilissima opinione su questa copertina e quindi di questa storia. Ma dico io, ma avete mai visto un ospedale con le pareti rosso sangue? Io no. Poi la scritta “NEVER” verde su sfondo rosso l’ho trovata una chicca! Mah. Così mi è parsa anche la storia. A tratti si respira l’atmosfera delle prime storie. A tratti i disegni di Bonazzi sono ottimi. Tanto che in una vignetta in particolare, negli appunti che mi sono segnato durante la lettura, arrivo ad annotare che quel Nathan Never potrebbe benissimo averlo disegnato Hugo Pratt (papà di Corto Maltese, per coloro che non lo conoscessero). Purtroppo però è tutto qui, come dicevo prima sono solo tratti.
Il tutto poi si perde nella banalità, e della storia e dei disegni. Scene di lotta che di lotta non hanno praticamente nulla (sembrano i ritratti dei pupazzi che usavamo io e mio fratello, mi pare fossero di Capitan Futuro – ve lo ricordate vero? Che erano molto simili a Ken della Barby come tipologia di pupazzi, però occhio a non fare confusione che questo era Capitan Futuro…insomma, che
Il tutto poi si perde nella banalità, e della storia e dei disegni. Scene di lotta che di lotta non hanno praticamente nulla (sembrano i ritratti dei pupazzi che usavamo io e mio fratello, mi pare fossero di Capitan Futuro – ve lo ricordate vero? Che erano molto simili a Ken della Barby come tipologia di pupazzi, però occhio a non fare confusione che questo era Capitan Futuro…insomma, che
io e mio fratello mettevamo in posa e facevamo lottare uno contro l’altro). Insomma, soprattutto nella seconda parte anche la storia che inizia in maniera intrigante, con un mistero: tre coppie incinte stanno per lasciare un villaggio della Siberia per l’America, proprio mentre qualcosa cade dal cielo nei pressi del villaggio. Anni e anni dopo tre storie di ragazzi “particolari” si intrecciano l’una con l’altra perché tutti e tre vengono rapiti da uomini in nero che condurranno esperimenti su di loro (esatto, argomento visto e ri-visto, che però qui viene trattato con troppa
banalità, senza nemmeno uno spunto interessante). Nathan e l’Agenzia Alfa sono ingaggiati per ritrovare una di questi bambini. Alla fine Nathan scoprirà dove si trova la bambina e libera lei ed i suoi amichetti (aiutato anche dai poteri particolari dei tre piccoli amici) e vissero tutti felici e contenti, a parte il sottoscritto a cui questa storia in sintesi non è piaciuta tanto. Sarebbe più corretto dire che non mi ha convinto del tutto, in ogni caso la mia impressione è che si potesse fare qualcosina di più, forse a livello di sceneggiatura o proprio a livello di sviluppo del soggetto, andando ad inserire un qualcosa di nuovo, una qualche variante al tema dei bambini con poteri rapiti dall’esercito per esperimenti e salvati da Nathan Never. Sarà per la prossima volta.
i S m A e L e
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