Io sono il Mozzo, questa è la mia recensione di oggi... buona lettura!
Armature futuristiche superpotenziate, cause legali, alcolismo, drammi adolescenziali, viaggi nel tempo, omosessualità e agenti patogeni contenenti intelligenze umane… tutto questo in ben 6 numeri di Iron Man e gli Avengers!
Tempi bui per Tony Stark nell’arco
narrativo intitolato Demonio, che lo
vede cercare di riprendersi dai tragici eventi di Fear Itself, nei quali ha sacrificato la propria sobrietà per
difendere la Terra. Ai drammi personali si aggiunge anche il piano ordito dal
Mandarino (assieme a Zeke Stane, le industrie Hammer e alcuni vecchi avversari
come il Laser Vivente, Mettle e Turbine) per
fare a pezzi la sua vita colpendolo non solo direttamente, ma anche screditandolo
davanti all’esercito, che arriva a imporgli un inibitore per impedire alla sua
armatura di attivarsi; il subdolo Spymaster, poi, è attualmente infiltrato nel
direttivo della Stark Resilient e per Tony sembra davvero non esserci speranza
di cavarsela: nonostante stia cercando di mantenere la situazione sotto
controllo, egli stesso ammette di essere stato sconfitto … questa volta.
Matt Fraction ci presenta una rapida
parabola discendente della vita di Tony Stark che, dopo l’iniziale entusiasmo
per la fondazione della Resilient, l’ennesima ricostruzione della Torre dei
Vendicatori e i lavori ad Asgardia (nuova patria degli dei norreni del Marvel
Universe), si rende conto forse per la prima volta di quanto grave sia la
situazione per lui; numero dopo numero Tony cerca di arginare la deriva che sta
prendendo la propria vita, senza però riuscirci: infine, ripartendo dalle
persone che più ha a cuore, riuscirà a ritrovare la forza di andare avanti e
prepararsi a una nuova battaglia. Se la storia mi è sembrata molto ben
costruita, con un crescendo costante di tensione che va a dare la sensazione
che lo scontro Iron Man/Mandarino sia un grande puzzle di cui ancora non
conosciamo tutti i pezzi, ho dei dubbi sul lavoro fatto da Salvador Larroca nei
disegni; intendiamoci, è un ottimo autore, ma è capace come pochi di farmi
piangere dalla gioia (con la nuova armatura e tutti i suoi particolari) e poco
dopo di prendermi a pugni sulle gengive (con disegni poco amalgamati tra primo
e secondo piano, per esempio). Rifletterò a lungo su di lui!Per quanto riguarda l’Accademia Vendicatori, gestita da Christos Cage, abbiamo addirittura 4 archi narrativi: Delusioni, Seconde possibilità, Ritorno a casa e Sotto tutela. I primi due introducono il lettore agli studenti “originali” dell’Accademia (Finesse, Hazmat, Mettle, Striker e Rettile), ai quali si aggiungono X-23, Tigre Bianca e Lightspeed, e ai tratti portanti della serie, sbattendolo in un mondo fatto di drammi adolescenziali, superscontri titanici, viaggi nel tempo e misteri vari; Cage ci da anche l’opportunità di conoscere un paio di altri Vendicatori “adulti” e di X-Men (interessante il dialogo tra Giant-Man e Ciclope, con quest’ultimo che spiega come Utopia non sia una scuola ma un campo di addestramento militare): le tematiche trattate sono adulte e interessanti e si spazia dal rapporto genitori-figli all’omosessualità all’introduzione di una nuova concezione di eroe, che non prende a calci il nemico di turno, ma utilizza le proprie capacità per risolvere le crisi mondiali materialmente. Ottima la storia, quindi, come anche i disegni che vedono gli autori Sean Chen, Tom Raney e Tom Grummett.
In Ritorno a casa, Cage si prende il tempo di far evolvere alcune sottotrame riguardanti principalmente Rettile, Striker e Lightspeed; la trama generale è molto semplice e vede l’Accademia scontrarsi con i Runaways (supergruppo di eroi, figli di criminali di Los Angeles): seppur non brilli per originalità, il tutto è trattato con un’ironia leggera e godibile e condito dagli ottimi disegni di Karl Moline.
Sotto tutela, infine, è il primo punto di contatto tra il mensile e l’evento AvX e vede gli studenti della scuola mutante di Wolverine (si, che Wolvie possa gestire una scuola ha sorpreso anche me!) venire portati all’Accademia per essere tenuti lontano dagli scontri; che cosa mai succederà riunendo un gran numero di calderoni ormonali adolescenti dotati di poteri? Esatto, il caos! Al quale si aggiunge anche l’attacco di Sebastian Shaw, prigioniero degli X-Men di Wolverine, intenzionato a vendicarsi. Anche in questo caso, molto più interessanti della trama sono gli sviluppi dei vari personaggi, messi davanti alla possibilità di dimostrarsi finalmente “adulti”: a tutto ciò si aggiungono ancora i disegni di Tom Grummett, più che benvenuti!
Ultimo appunto per Iron Man 2.0, che vede Rhody Rhodes/War Machine indagare su un misterioso scienziato del governo di nome Palmer Addley, morto misteriosamente. Scoprirà così che questi ha tradotto la propria psiche in un agente patogeno quasi impossibile da eliminare: solo con l’aiuto di Tony Stark e della Fondazione Futuro riuscirà a impedire il contagio. Nick Spencer e Will Pfeifer firmano una vicenda intrigante, che forse perde un po’ con lo “scontro finale”, ma che risulta godibile e illustra benissimo l’ultima incarnazione di War Machine; ho però di nuovo un po’ di dubbi sulla disegnatrice, Ariel Olivetti, che si dimostra abile nelle sequenze di combattimento e nel rendere la tecnologia futuristica, ma un po’ meno nel caratterizzare i personaggi: interessanti però sono le tavole disegnate da Mirco Pierfederici, Jesus Aburtov e Neil Edwards, che mi hanno convinto molto di più!
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