venerdì 30 novembre 2012

DAMPYR 152



Questa mattina ho fatto colazione con gli X-Men, mentre a pranzo il Dampyer è stato semplicemente sublime. Qui di seguito, il vostro Ismaele, che sarei io, vi parla (ok, forse sarebbe meglio dire elucubreggia) dell'ultimo numero dell'ammazza-vampiri di casa Bonelli.
 
DAMPYR 152
Ritorno a Sheffield
Storia e sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Fabio Bartolini
Lettering: Luca Corda

Questo episodio vede i nostri protagonisti muoversi tra Sheffield e Praga. La storia si alterna aprendo finestre nelle diverse città e le storie proseguono parallele per poi andarsi ad incontrare sul finale. La storia in breve: Harlan si trova ancora a casa di Ann Jurging dopo l’avventura precedente in Grecia, ma è tormentato da odio e rancore nei confronti di Jeff Carter, l’assassino che gli ha portato via Lisa. Intanto a Sheffield, sua città natale, Jeff Carter ricompare ad Ann Spade l’ agente di polizia che lo cerca per arrestarlo e che lo ama. Intanto a Praga Kurjak coinvolge i fantasmi dell’ “Aquila verde” in un insolita, quando divertente (i due personaggi del signor Rysanek e del signor Shegl sono davvero azzeccatissimi) caccia alla bambina dai capelli biondi. Harlan, grazie ad Ann Jurging scopre che Jeff Carter si trova a Sheffield e decide di andare là per vendicarsi. Alla fine della storia Harlan incontra Jeff e…Jeff Carter muore. Ma ovviamente non è Harlan ad ucciderlo. Eh a proposito, alla fine della storia veniamo a scoprire che è stata la stessa Lisa a chiedere a Jeff di ucciderla, per liberarla dall’invecchiamento accelerato dovuto a Thorke e per libera la piccola Ljuba, intrappolata dentro di lei, e che inaspettatamente torna realmente nel mondo reale (scusate la ripetizione).
Il personaggio di Harlan evolve lungo tutta la storia. L’odio e la ricerca ossessiva della vendetta sono preceduti da una fase di misera commiserazione, e sono seguiti da un momento di ragione in cui il dialogo con Jeff mette a tacere tutto. Il suo dilemma interiore termina quandod Jeff svela il perché Lisa ha voluto morire. Da quello che avevo letto nel numero precedente credevo che questo stato di incertezza del nostro Dampyr, questo stato di odio, ricerca interiore, sarebbe proseguito ancora per diverse numeri, credevo che gli si volesse dare più ampio respiro, e invece con questa storia tutto sembra terminare e tutto sembra tornare come sempre. Ma sarà proprio così?
Personalmente, la parte della storia che mi più ho apprezzato è stata quella ambientata a Praga. Le atmosfere praghesi sono sottolineate in maniera simpatica dai due spok che passeggiano in cerca della piccola bambina dai capelli biondi. Come dicevo prima, i personaggi del signor Rysanek e del signor Shegl sono azzeccatissimi. Il loro girovagare per Praga e le loro conversazioni sopra le righe generano quella dose di umorismo ideale per intervallare la tensione che man mano cresce con il l’avvicinarsi di Harlan a Jeff. Credo proprio di avere un debole per Praga, anche se non ci sono mai stato nella realtà. L’ho visitata però, in lungo ed in largo, diverse volte grazie alle storie di Dampyr. Bello e triste  l’epilogo finale della storia, che in qualche modo ci fa affezionare ad un personaggio ambiguo come Jeff Carter. Forse è proprio vero che al mondo non ci sono persone buone e persone cattive, ma solo persone più o meno ferite, che a volte portano sulle spalle pesi enormi da sopportare; e le cui azioni non sono altro che una manifestazione reale e concreta di essi.
Puntuali e puliti i disegni di Bartolini. Sicuramente quello di Bartolini non è il mio Dampyr preferito, in ogni caso bisogna riconoscere che la storia è ben disegnata.

i S m A e L e

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