“Giuro che è
andata proprio così!”
“Ma piantala…è la solita sparata di tutti voi naviganti del
mare della china.”
“Ma cosa dici…guarda
che è andata proprio così”
“Se se”
“E allora non ci
credere…ti dico che ero lì, tranquillo e beato che pensavo ai fattaci miei, e
questo fumetto è saltato fuori e me lo sono ritrovato tra le mani. Così….”
Nathan Never n. 257 - La
megalopoli
Soggetto e sceneggiatura:
Antonio Serra
Disegni: Sergio Giardo e
Francesca Palomba
Un albo, un
addio e due storie. Questo il riassunto più stringato che riesco a proporvi di
questo numero. Partiamo dall’addio. Antonio Serra, uno dei tre papà di Nathan
Never (insieme a Michele Medda e Bepi Vigna), rimasto come responsabile della
testata, lascia il progetto. Che notizia eh? Magari per gli addetti ai lavori,
per coloro che frequentano i blog etc. non sarà una notiziona, perché lo
sapevano già etc. In ogni caso diciamo che questo albo segna la storia del
nostro eroe, anche solo per questo addio.
Veniamo poi alle
due storie: due episodi diversi tra loro. Il secondo vuole presentare un’analisi
psicologica ed interiore di May Frayn, e dei tanti nodi irrisolti della sua
vita. Buona l’idea, ma dato lo spazio disponibile, mi è parsa sia stata
trattata troppo velocemente. Belli però gli spunti trattati, e gli interrogativi
che lasciano al lettore. I disegni di Francesca Palomba, per quanto puliti, non
credo abbiano aiutato troppo in questo senso. Mi hanno dato l’idea di mancare
di spessore, di profondità. O semplicemente diciamo che il mio gusto personale
non è troppo affine al suo disegno. Per quanto riguarda il primo episodio,
invece, siamo su tutto un altro livello. Sia come storia, sia come disegni. Il
protagonista della storia: la città. La megalopoli in cui il nostro eroe vive e
lavora. La megalopoli finalmente ricostruita dopo la guerra contro le stazioni
orbitanti e soprattutto, dopo la Guerra dei Mondi, ultima maxi saga che ancora
una volta ha rivoluzionato non poco l’universo di Nathan Never. Semplice e
complessa al tempo stesso. Il nuovo volto della città viene presentato con chiarezza
e con profondità. Viene data alla città la stessa valenza di un personaggio
della serie. Come merita. Antonio Serra e Sergio Giardo, attraverso lo sguardo
del nostro eroe, sfruttando un viaggio in aereo-taxi, ci presentano la nuova
architettura della città accompagnata da riflessioni sulla stessa. Insomma, un
nuovo punto di partenza per la serie. Che dire, mi è piaciuta moltissimo questa
storia e l’atmosfera che si respira tavola dopo tavola, vignetta dopo vignetta.
Credo sia una delle storie più brevi che ho mai letto di Nathan Never. Ma vi
dico anche che la lunghezza è sicuramente stata inversamente proporzionale a
quanto mi è piaciuta.
i S m A e L e
Nessun commento:
Posta un commento