venerdì 16 novembre 2012

NATHAN NEVER 257 - Megalopoli



“Giuro che è andata proprio così!”
“Ma piantala…è  la solita sparata di tutti voi naviganti del mare della china.”
“Ma cosa dici…guarda che è andata proprio così”
“Se se”
“E allora non ci credere…ti dico che ero lì, tranquillo e beato che pensavo ai fattaci miei, e questo fumetto è saltato fuori e me lo sono ritrovato tra le mani. Così….”


Nathan Never n. 257 - La megalopoli
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Serra
Disegni: Sergio Giardo e Francesca Palomba


Un albo, un addio e due storie. Questo il riassunto più stringato che riesco a proporvi di questo numero. Partiamo dall’addio. Antonio Serra, uno dei tre papà di Nathan Never (insieme a Michele Medda e Bepi Vigna), rimasto come responsabile della testata, lascia il progetto. Che notizia eh? Magari per gli addetti ai lavori, per coloro che frequentano i blog etc. non sarà una notiziona, perché lo sapevano già etc. In ogni caso diciamo che questo albo segna la storia del nostro eroe, anche solo per questo addio.

Veniamo poi alle due storie: due episodi diversi tra loro. Il secondo vuole presentare un’analisi psicologica ed interiore di May Frayn, e dei tanti nodi irrisolti della sua vita. Buona l’idea, ma dato lo spazio disponibile, mi è parsa sia stata trattata troppo velocemente. Belli però gli spunti trattati, e gli interrogativi che lasciano al lettore. I disegni di Francesca Palomba, per quanto puliti, non credo abbiano aiutato troppo in questo senso. Mi hanno dato l’idea di mancare di spessore, di profondità. O semplicemente diciamo che il mio gusto personale non è troppo affine al suo disegno. Per quanto riguarda il primo episodio, invece, siamo su tutto un altro livello. Sia come storia, sia come disegni. Il protagonista della storia: la città. La megalopoli in cui il nostro eroe vive e lavora. La megalopoli finalmente ricostruita dopo la guerra contro le stazioni orbitanti e soprattutto, dopo la Guerra dei Mondi, ultima maxi saga che ancora una volta ha rivoluzionato non poco l’universo di Nathan Never. Semplice e complessa al tempo stesso. Il nuovo volto della città viene presentato con chiarezza e con profondità. Viene data alla città la stessa valenza di un personaggio della serie. Come merita. Antonio Serra e Sergio Giardo, attraverso lo sguardo del nostro eroe, sfruttando un viaggio in aereo-taxi, ci presentano la nuova architettura della città accompagnata da riflessioni sulla stessa. Insomma, un nuovo punto di partenza per la serie. Che dire, mi è piaciuta moltissimo questa storia e l’atmosfera che si respira tavola dopo tavola, vignetta dopo vignetta. Credo sia una delle storie più brevi che ho mai letto di Nathan Never. Ma vi dico anche che la lunghezza è sicuramente stata inversamente proporzionale a quanto mi è piaciuta.


i S m A e L e
 

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